domenica 22 Dicembre 2024
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Un esercente su 4 teme il baratro dell’usura, Confcommercio: “31mila aziende a rischio illegalità”

Secondo i dati di Confcommercio oltre sei imprese su dieci si sentono "molto o abbastanza" penalizzate da tali fenomeni in particolare per via della concorrenza sleale e della riduzione dei ricavi. Ma quasi il 13% indica anche la perdita di appeal della propria azienda, quale effetto dell'abusivismo e della contraffazione

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Confcommercio presenta i dati sulla criminalità e sull’usura. Il presidente della Federazione Carlo Sangalli afferma: “C’è un miglioramento nel trend ma un’impresa su dieci percepisce un peggioramento nei livelli di sicurezza, in pericolo ci sono ogni anno 270mila posti di lavoro”. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Sky Tg24.

Confcommercio divulga i dati sui fenomeni illegali

MILANO – Confcommercio presenta i suoi dati su fenomeni illegali e usura ed è anche un anniversario perché questo è il decimo anno dell’iniziativa “Legalità ci piace”. Un’ occasione – alla quale partecipa anche il ministro dell’Interno Piantedosi – per inquadrare la situazione attuale ma fare anche un raffronto col passato.

Abusivismo e contraffazione penalizzano le aziende

E’ soprattutto al Sud ma non solo (i picchi maggiori oltre che nel meridione sono nel Nord Ovest), che è avvertito anche il peso dell’abusivismo e della contraffazione.

Secondo i dati di Confcommercio oltre sei imprese su dieci si sentono “molto o abbastanza” penalizzate da tali fenomeni in particolare per via della concorrenza sleale e della riduzione dei ricavi. Ma quasi il 13% indica anche la perdita di appeal della propria azienda, quale effetto dell’abusivismo e della contraffazione.

Sicurezza e fenomeni criminali, una fonte di forti spese per la difesa

L’indagine di Confcommercio fotografa anche un altro capitolo di una situazione economica già pesantemente aggravata dal Covid e dalla crisi, per il mondo del commercio e della piccola imprenditoria: le conseguenze della percezione di insicurezza si riflettono infatti anche sull’aggravio delle spese per i sistemi di difesa e sul numero di imprenditori che ritengono di non poterne fare a meno: l’82% delle imprese ha investito in tali sistemi, soprattutto per la videosorveglianza e gli allarmi antifurto.

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