MILANO — Una vocazione green e pratiche virtuose partendo dalle piccole azioni quotidiane. È ciò che consiglia agli operatori la World Food Travel Association – organizzazione internazionale leader per la ricerca, formazione e sensibilizzazione sul turismo enogastronomico – attraverso la guida “Food & Beverage packaging and waste production”.
Questa guida è stata sviluppata a sostegno dell’Iniziativa Food Tourism 2025, che ha tra gli altri l’obiettivo di stimolare operatori e consumatori alla riduzione dei rifiuti non degradabili.
Il volume di rifiuti di plastica è in aumento e diffuso in tutto il pianeta, si tratta di una situazione non più tollerabile e l’impegno da parte dell’associazione, è quello di informare il vasto pubblico su questo tema.
Tema che riguarda da vicino anche l’industria del caffè, in prima fila nella ricerca di soluzioni sostenibili sia per il packaging e i bicchieri consumabili, che per le capsule di caffè in plastica.
“La plastica si trova ormai ovunque”
Roberta Garibaldi, membro del board e ambasciatore per l’Italia della World Food Travel Association, ritiene fondamentale sensibilizzare gli operatori su questo argomento.
“La plastica si trova ormai ovunque: se ne sono trovate tracce nei ghiacci, nelle grandi fosse marine, fino a 10 km di profondità come nella fossa delle Marianne. Anche il nostro Mediterraneo si sta trasformando in una discarica: si stima che un chilometro quadrato nei mari italiani contenga in superficie fino a 10 chilogrammi di plastica; in particolare nel Tirreno settentrionale, tra Corsica e Sardegna, attorno alla Sardegna, la Sicilia e le coste pugliesi si stimano almeno 2 kg (citando i dati del WWF, 2018). Siamo tutti co-responsabili della salvaguardia del nostro territorio, che è la prima risorsa dal punto di vista turistico che dobbiamo mantenere, se vogliamo proseguire a sviluppare il comparto turistico”.
Cifre drammatiche
Uno studio apparso nel prestigioso Proceedings of the National Academy of Sciences ha mostrato una situazione drammatica. La produzione mondiale di plastica è passata dai 15 milioni del 1964 agli oltre 310 milioni attuali. Ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani del mondo. E, ad oggi, si stima che via siano più di 150 milioni negli oceani. Fonte: Lavers J.L. e Bond A.C., 2017, Exceptional and rapid accumulation of anthropogenic debris on area of the world’s most remote and pristine island; Proceedings of National Academy of Sciences doi/10.1073/pnas. 1619818114).
Creare una rete win-win
Erik Wolf, Direttore Esecutivo della Wfta, è convinto che la sostituzione dei materiali in plastica con quelli biodegradabili non abbia un costo maggiore. Ma che ciò sia di beneficio per l’intero comparto. La sfida per i governi è quella di pensare in modo creativo. Una collaborazione tra imprese del settore alimentare, amministrazioni e consumatori- turisti è una rete win-win. Che, se costruita in modo strategico, potrebbe apportare benefici ad ampio spettro.
Il decalogo
Il decalogo è di facile utilizzo e può davvero diventare uno strumento sia per gli operatori del settore turistico – ristoratori, albergatori, società di servizi – ma anche per i turisti in sé, che possono adottare comportamenti più sostenibili e rispettosi dell’ambiente che li ospita:
- Eliminare cannucce e posate di plastica
- Sostituire i contenitori di plastica per il cibo da asporto con altri di carta riciclata
- Evitare l’acquisto al dettaglio e utilizzare contenitori riciclabili
- Utilizzare sacchetti di carta
- Promuovere l’iniziativa “porta la tua bottiglia di acqua”
- Installare una postazione per la raccolta differenziata
- Controllare i propri rifiuti plastici
- Non accettare imballaggi di polistirolo
- Dare il buon esempio
- Installare postazioni di acqua potabile
Ecco la checklist in 10 Step per il settore della ristorazione