UDINE – Per i negozi che si occupano di caffè, torrefazioni e caffetterie, il problema è di più facile soluzione. Sì perché basta il profumo del caffè, di una caramella, comunque un buon profumo, piccoli accorgimenti, quasi a costo zero, per incrementare le vendite fino al 20%.
Lo assicura Lorenzo Dornetti, responsabile progetti fashion retail Agf Group, relatore del corso promosso da Confcommercio Udine sul marketing sensoriale.
«Il cervello, quando compra, va stimolato nei sensi. Non solo la vista o il tatto, ma anche olfatto e gusto», ha spiegato Dernetti alla platea di imprese convocate dal presidente di Federmoda provinciale Mario Ulian.
Serve, insomma, una “firma olfattiva integrata” all’identità commerciale. Lo stesso risultato, quello del +20%, si può ottenere consentendo al cliente di digitare su un tablet o sorseggiare un caffè.
Servizi molto semplici, che aiutano a creare una stimolazione sensoriale, ad aumentare il ricordo, e quindi la possibilità che quel cliente ritorni.
«Non è un problema di budget – commenta Ulian -. Si tratta solo di rendersi conto che questo tipo di approccio può servire a incrementare le vendite. Un approccio da assumere anche in periferia. Nelle grandi città sono già partiti. Noi, anche se in ritardo, abbiamo comunque il tempo per recuperare».
Paola Treppo