MILANO – Il cambiamento climatico potrebbe mettere a rischio la coltura del caffè in Uganda. E si tratta di un rischio concreto, anche se non immediato. Secondo un report del 2013 (National Water Resources Assessment), un elevamento della temperatura media di 2 gradi centigradi ridurrebbe sino all’85% l’estensione delle terre coltivabili adatte ai robusta.
“L’impatto sarebbe gravissimo – scrive il report – poiché il caffè è una delle voci principali dell’export agricolo del paese”. L’Uganda – lo ricordiamo – è il primo esportatore africano di caffè, nonché il secondo produttore continentale alle spalle dell’Etiopia.
Scenario solo teorico? Non proprio. Secondo i modelli di circolazione globale (GCM), le temperature potrebbero crescere in Uganda di 0,3-0,5 gradi centigradi per decennio.
I GCM prevedono anche un incremento del volume annuale delle precipitazioni, compreso tra il 10% e il 20%, nell’arco di questo secolo, con variazioni significative anche nei regimi e nella distribuzione stagionale.
Il report raccomanda un utilizzo diffuso e razionale dell’irrigazione, così come la conservazione degli ambienti umidi e delle foreste, fondamentali per gli equilibri climatici.
Secondo Everline Komutunga, senior researcher presso l’Organizzazione nazionale per la ricerca agricola (Naro), i segni del mutamento climatico sono già visibili da tempo, anche se sin qui parzialmente sottovalutati. Essi si manifestano sotto forma di alluvioni, lunghi periodi di siccità, aumenti di temperatura e altri fenomeni estremi, che favoriscono l’insorgere delle avversità.
Tra queste, in particolare, la ruggine del caffè, che ha colpito duramente il comparto ugandese negli ultimi anni.
Anche l’Autorità per lo sviluppo del settore del caffè (Ucda), massimo ente di coordinamento del settore, è pienamente consapevole del problema e delle sue conseguenze, con le quali i produttori devono misurarsi quotidianamente. “Queste previsioni esistono da almeno una decina d’anni –ha commentato un alto responsabile dell’Autorità – Non si tratta dunque di una novità”.
Secondo l’ex ministro dell’agricoltura Victoria Sekitoleko, il governo dovrebbe accelerare su fronte dell’innovazione in campo agronomico, favorendo la diffusione delle varietà resistenti alle avversità messe a punto dai laboratori di ricerca, prima che gli impatti negativi del mutamento climatico colpiscano gravemente l’economia e le condizioni di vita delle aree rurali.
L’Uganda ha intanto avviato uno sforzo su larga scala di rinnovo delle piantagioni, che punta a dare forte impulso alla produzione. L’obiettivo è quello di incrementare di almeno la metà le esportazioni, portandole a 5-6 milioni di sacchi entro la fine del decennio.