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venerdì 22 Novembre 2024
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La direttiva Ue sugli immobili commerciali: “Devono raggiungere classe energetica E per il 2027”

Raggiunta la E, i ristoratori avranno tre anni di tempo (quindi entro il 2030 e non entro il 2033) per arrivare alla classificazione D

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Dal primo di gennaio del 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E (ne fanno parte tutti gli edifici che consumano 91-120 chilowattora al metro quadro). Questo obbligo si trasmette anche ai proprietari di attività economiche, come bar e ristoranti, i quali dovranno adattarsi alla legge green entro il 2027. Il prossimo 24 gennaio la bozza dovrebbe essere approvata dalla Commissione Energia per poi essere varata dal Parlamento Ue entro il 13 marzo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Verità e Affari.

Il raggiungimento della classe energetica E per tutti gli immobili

MILANO – L’Europa ci vuole sempre più verdi e in nome della svolta energetica green passa sopra a tutte le altre esigenze dei suoi cittadini, anche se si tratta di quelle di primaria necessità. Così nella direttiva sull’efficientamento energetico, di cui si è ampiamente parlato in questi giorni, è stato inserito un nuovo salasso che penalizza tutti. Ma ancor di più titolari di bar, ristoranti e piccoli esercizi commerciali.

La premessa è che il testo è ancora oggetto di trattative, ma al momento è previsto che dal primo di gennaio del 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E.

E questo è già stato detto. È passato invece più in sordina il fatto che quello stesso obbligo sia stato anticipato di tre anni se parliamo di immobili non residenziali. Tradotto: i proprietari degli edifici dove si svolge un’attività economica, ma non solo, dovranno adeguarsi alla svolta green e ridurre drasticamente le emissioni raggiungendo la classe energetica E entro il 2027.

Verso la classificazione D

Una vera e propria corsa contro il tempo. A tappe. Che non si interrompono mai. Raggiunta la E i nostri eroi avranno tre anni di tempo (quindi entro il 2030 e non entro il 2033) per arrivare alla classificazione D. E via via così proseguendo fino alla chimera delle zero emissioni.

Possibile? In teoria sì, ma nella pratica appare una sorta di mission impossible. Anche perché da un certo punto di vista sono stati fatti figli e figliastri, tutti con una logica, certo, ma allora non si capisce perché il proprietario di una seconda casa (quelle che sono abitate per meno di quattro mesi l’anno) non sia sottoposto alla direttiva Ue, mentre il piccolo ristoratore sarà costretto a mettere in moto la ristrutturazione in fretta e furia.

Con tutte le conseguenze in termini di costi e disservizi al momento davvero difficili da calcolare. I più lavori frequenti sono quelli che riguardano i doppi vetri e lo spessore dei muri perimetrali, così come aiutano ad aumentare il risparmio energetico alcune coibentazioni e l’ammodernamento della caldaia.

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