di Emanuele Scarci*
MILANO – I consumi invertono la rotta e da quest’anno dovrebbero recuperare una parte del terreno perduto dall’inizio della crisi. Secondo la società Iri, nel 2015 le vendite dei prodotti alimentari aumenteranno nella grande distribuzione dello 0,3% a volume e dello 0,9% a valore.
L’anno scorso invece il comparto aveva perso lo 0,5% nonostante una pressione promozionale record. Il dato é emerso nel corso del convegno “Consumi Food 2015” svoltosi a Milano e organizzato da Fiera Milano in vista del salone dell’agroalimentare Tuttofood (dal 3 al 6 maggio).
«Si tratta di recuperi molto parziali – ha detto Marco Pedroni, presidente di Coop Italia – rispetto ai dieci punti persi con questa lunga crisi». Dal tunnel industria e distribuzione ne escono molto provate. «Per sostenere i volumi – ha osservato Angelo Massaro, dg di Iri Italia – la grande distribuzione ha agito sulla leva del prezzo: 30 euro su 100 infatti sono spesi dal consumatore per prodotti in offerta. Tuttavia questo strumento non é più efficace per incentivare gli acquisti: la gdo sacrifica circa un punto di crescita dei ricavi per le promozioni».
L’iperpromozione ha anche spiazzato i marchi dei distributori che nel 2014 hanno perso il 2,6% a 9,5 miliardi (-3,3% a volume). Visibile anche la sofferenza dell’industria di marca: l’anno scorso le aziende Top 25 del largo consumo – fatturano 18 miliardi su 53,4 complessivi – hanno registrato un flessione dei ricavi dell’1,4%. Rari i gruppi che hanno guadagnato valore e volumi: tra questi Veronesi (avicoli, +8,8% a valore), Heineken (birra, +3,2%), Granarolo (latte e derivati, +1,2%)e Csi (surgelati,+1,8%).
Per il resto hanno tutti problemi: nell’area di pasta, sughi e dolciario Barilla arretra a valore dello 0,6% a 1,8 miliardi ma i volumi crescono del 2,5%; Mondelez (ex Kraft) arretra del 4,6% a 849 milioni mentre i dolciari di Perfetti perdono meno di un punto a 296 milioni.
Contiene le perdite Nestlé (dolciario, baby food, gelati, petfood) con un -1,5% a 1,51 miliardi; Ferrero lascia sul terreno il 2,5% a 1,338 miliardi; nell’area del latte e derivati, Danone continua nella sua parabola: -8,3% a 543 milioni mentre il gruppo Lactalis perde l’1,8% a 1,487 miliardi.
Nelle bevande, San Benedetto rimane stabile a 329 milioni ma va ancora male a Coca Cola con -5,2% a 688 milioni.
Nei coloniali, Lavazza accusa una perdita del fatturato del 4,2% a 494 milioni ma guadagna l’1% dei volumi. Decisamente male Conserve Italia: -8,4% a valore e -11,8% a volume.
Unilever Italia cede il 4,2% a valore a 1,11 miliardi: «Ha pesato il crollo dei gelati a causa di una stagione fredda» commenta l’ad di Unilever Angelo Trocchia. Mentre Valerio Di Natale, ad di Mondelez e vicepresidente di Centromarca, osserva: «Dopo 4 anni di crescita è arrivato un anno debole: abbiamo difficoltà sugli snack ma andiamo bene sui formaggi».
Sulle iperpromozioni, Di Natale invita a distinguere «tra richiesta del prezzo basso e convenienza. Su quest’ultimo si può agire sulla qualità». Coop ha cambiato strategia: non più promozioni a raffica ma con la campagna “Coop costa meno” taglio prezzi su 2mila prodotti. Come va? «Bene – assicura Pedroni – ma bisogna aspettare un po’ prima di tirare le somme». Rischio di essere spiazzati dalle iperpromozioni dei concorrenti? «No – conclude Pedroni – Siamo convinti, insieme all’industria che collabora, che sul medio lungo periodo aumenteremo i volumi: vogliamo creare valore e non distruggerlo. L’arco temporale è di un anno e abbiamo un patrimonio tale da reggere con tranquillità».
I NUMERI
-2% perdite del largo consumo
Nel biennio 2013/4 i volumi persi nei prodotti confezionati superano il 2%, pari a minori ricavi per la filiera di circa 520 milioni
12,3 miliardi acquisti in promozione
Nel 2014 su 42,8 miliardi di vendite complessive, 30,5 miliardi sono costituiti da vendite a prezzi normali e 12,3 miliardi in promozione
10 Padiglioni
Tuttofood (3-6 maggio a Milano) avrà una superficie di 180mila mq distribuita su 10 padiglioni: nel 2013 i padiglioni sono stati solo 4