MILANO – Su infooggi.it, Raffaele Basile ha raccontato la storia che vede unite in qualche modo due realtà molto lontane tra di loro: Torino e il Costarica. Che cosa può fare da ponte tra due Paesi così distanti, se non proprio il caffè? Per chi non ne fosse a conoscenza, anche il Costarica ha la sua Turin, dove si parla lo spagnolo locale.
Circondata dalle montagne, anche se non sono le Alpi italiane ma le colline di Monteverde, questa località promette una tazzina tropicale che però richiama in qualche modo la città sabauda – seppur con condizioni climatiche, umide e piovose grazie all’influenza dei vicini Oceani Pacifico e Atlantico, ben differenti e ideali per la produzione caffeicola -. Leggiamo di questa curiosità dall’articolo seguente.
Turin: il caffè del Costarica
Agli inizi del ventesimo secolo, agli abitanti di queste zone venne in mente di ispirarsi alla città dei gianduiotti sia nel nome che nei monumenti. Misero quindi su una graziosa chiesetta in stile coloniale, che nelle loro intenzioni doveva ricordare le linee della mole antonelliana. Si presero cura persino di far arrivare delle campane dal Piemonte, che poi furono costretti a trasportare su di un carretto a mano dal più vicino porto, Puntarenas, distante un centinaio di chilometri. In realtà tale aspirazione alla piemontesità del luogo si è persa nei meandri della creatività costaricense e di antonelliano la chiesetta ha ben poco.
L’esistenza di Turìn non è certo pubblicizzata nei depliant turistici o nelle guide monografiche sulla Costarica. Se si ha la fortuna di venire a conoscenza di questo angolo insolito della nazione tica, ciò sarà dovuto per lo più al caso fortuito. Così è stato nel mio caso, essendomi imbattuto in Alejandro Ramirez, discendente di una delle persone che furono più attive un secolo fa nel concretizzare per il loro piccolo centro abitato la loro vaga ispirazione di italianità.
Ramirez si occupa ora di condurre con il proprio furgoncino gli escursionisti all’imbocco dei molteplici sentieri che di dipanano tra i rilievi di Monsanto. Si tratta di percorsi sospesi tra le nuvole in cui gran parte della zona è spesso immersa. Non di rado il tragitto prevede una fitta rete di ponticelli di varia lunghezza ed altezza, affacciati su cascate e selve popolate da una fauna varia ma non facilmente visibile, tra cui i pigrissimi bradipi, uno degli animali simbolo della Costarica. Dicevamo di Ramirez. Oltre a condurre furgoncini turistici, egli è anche un competente cafetero , produttore della nera bevanda in una piccola azienda di coltivazione e trasformazione sita nel territorio di Turìn. Si tratta di un’attività ereditata da un suo bisnonno che faceva parte del manipolo di intraprendenti fondatori del villaggio di Turìn.
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