MILANO – Le ultime evoluzioni del mercato raccontano un settore sempre più orientato al discorso di filiera tracciabile: un’operazione complessa, che richiede l’ausilio di specifici strumenti a servizio di esportatori ed importatori, soprattutto in vista dell’applicazione della norma EUDR il prossimo anno. Di questo si occupa la piattaforma Trusty, di cui racconta il suo fondatore, Alessandro Chelli.
Tracciabilità e certificazione: le piattaforme per rispondere a queste esigenze
rispetto all’EUDR si sono moltiplicate.
Perché scegliere Trusty rispetto alle altre?
“Nell’ultimo anno sono nate numerose piattaforme a supporto delle aziende nella conformità al regolamento EUDR. Tuttavia, l’adeguamento non si limita a un semplice adempimento normativo o alla gestione documentale, ma richiede un sistema avanzato di tracciabilità, analisi e validazione dei dati, oltre a un’integrazione efficace con i processi aziendali.
In questo contesto, Trusty si distingue per un’esperienza consolidata e un approccio tecnologico già testato sul campo.
Nel 2020, Trusty è diventato il primo partner certificato al mondo di IBM Food Trust, sviluppando inizialmente una piattaforma di tracciabilità basata su blockchain. Già nel 2021, grazie a un progetto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e alla collaborazione con esperti di catene di approvvigionamento lunghe e complesse, abbiamo adattato la nostra tecnologia alle sfide di queste filiere, portandola direttamente nei paesi di origine del caffè e del cacao.
Quando è entrato in vigore il regolamento EUDR, la nostra piattaforma era già pronta: disponeva delle anagrafiche degli agricoltori, della geolocalizzazione degli appezzamenti di terreno e di strumenti avanzati per la tracciabilità dei dati attraverso la blockchain. Inoltre, per i nostri clienti, il tema della deforestazione era già cruciale e monitorato con attenzione.
Questo ha facilitato l’integrazione di funzionalità mirate per la compliance, come l’analisi satellitare per il monitoraggio della deforestazione e i controlli legali basati su fonti di dati pubbliche.
Scegliere Trusty significa affidarsi a una tecnologia progettata per adattarsi a filiere lunghe e complesse, testata sul campo e supportata da un know-how approfondito sulle dinamiche operative in contesti che spaziano dall’America Latina all’Africa subsahariana. In qualità di azienda made in Italy, oltre a garantire un livello di esperienza e competenza che poche realtà possono offrire, siamo in grado di supportare in modo efficace anche le aziende italiane, fornendo un’assistenza diretta e una gestione logistica ottimizzata.”
I coltivatori in molti Paesi d’origine, non hanno neppure il concetto di catasto e proprietà, il cui passaggio avviene oralmente all’interno delle famiglie. Come si fa a parlare di blockchain in questi contesti?
“Dobbiamo partire dal concetto che la blockchain non è un fine, ma una tecnologia abilitante, una dorsale per lo scambio di dati, che consente a ogni attore coinvolto di verificare chi ha dichiarato un’informazione e quando è stata registrata. Quando operiamo nei Paesi d’origine di filiere complesse, il nostro obiettivo non è “vendere” la blockchain agli agricoltori, ma fornire loro strumenti digitali vantaggiosi in grado di facilitare e accelerare la conformità della produzione alle norme europee e ai requisiti qualitativi e di sostenibilità richiesti dalle aziende internazionali, garantendo la corretta attribuzione delle informazioni lungo l’intera filiera.
Con questo obiettivo e grazie alla collaborazione di partner esperti come come Andrea Mecozzi – Consulente di filiere del cacao e fondatore di Chocofair – e di aziende del settore, abbiamo portato con successo queste tecnologie direttamente sul campo, adattandole alle reali esigenze di chi opera nella produzione primaria.
In questo contesto, la blockchain rappresenta, quindi, una tecnologia vantaggiosa per chi la
utilizza. In filiere complesse come quelle del caffè e del cacao, caratterizzate dalla presenza di milioni di piccoli produttori, è, infatti, fondamentale assicurare la paternità delle informazioni. Senza un sistema affidabile di tracciabilità le aziende europee rischierebbero di basarsi su dati modificati o non verificabili e sarebbe impossibile risalire a chi li ha dichiarati, compromettendo così la trasparenza dell’intero processo.”
Qual è il costo di Trusty e a chi si rivolge innanzitutto? Importatori, torrefattori, trader, coltivatori?
“Trusty si rivolge a tutti gli attori della filiera: importatori, torrefattori, trader e coltivatori. Questi ultimi nella maggior parte dei casi operano all’interno di Cooperative o Associazioni. Questo è possibile perché, grazie alla nostra esperienza sul campo, abbiamo sviluppato soluzioni tecnologiche adatte a ciascuno di loro, conoscendone le esigenze specifiche e le difficoltà che affrontano quotidianamente.
Per i coltivatori o le Cooperative, ad esempio, abbiamo creato un’applicazione chiamata EUDR CC (Coordinates Collect) per la raccolta dati, che funziona anche offline, facilitando il loro lavoro in contesti con connettività limitata. Per i trader abbiamo sviluppato un sistema di due diligence completo con un modulo integrato con il Portale Europeo che semplifica la gestione della conformità al regolamento EUDR.
I torrefattori, invece, possono utilizzare la nostra tecnologia per monitorare sia l’ingresso delle materie prime e sia la loro immissione sul mercato, rispondendo alle richieste del regolamento. Anche i retailer possono trarre vantaggio dalla nostra soluzione, dato che anche loro sono coinvolti nel rispetto della normativa EUDR.
Sul tema dei costi, siamo vicini al business e sappiamo quanto sia importante offrire una soluzione economicamente sostenibile. Per questo, abbiamo creato pacchetti che permettono alle aziende di ottenere una licenza annuale calibrata sui volumi gestiti, con un costo di onboarding iniziale per supportare le attività di analisi e attivazione della piattaforma.
In sintesi, la nostra piattaforma è competitiva sul mercato, posizionandosi in una fascia di costo medio-bassa rispetto ad altre soluzioni disponibili, come confermato anche da uno studio del Fine Cacao and Chocolate Institute (FCCI 1 ).”
Cacao e caffè: ci sono delle differenze sostanziali tra queste due filiere rispetto a questa tecnologia e approccio?
“Come ho già detto, abbiamo avuto modo di conoscere le filiere del caffè e del cacao in maniera diretta, recandoci nei Paesi d’origine e collaborando con partner, aziende e organizzazioni locali. Oltre agli aspetti legati alla tracciabilità, queste due filiere presentano molte similitudini in termini di complessità, ma con alcune differenze negli obblighi previsti dal regolamento EUDR.
Il caffè, infatti, viene identificato con un unico codice doganale, il che semplifica il processo di conformità: una volta importato, gli operatori sono soggetti a obblighi normativi che variano in base alla dimensione dell’azienda, ma senza dover gestire la trasformazione da un codice doganale a un altro.
Nel caso del cacao e del cioccolato, invece, il processo è più articolato poiché lungo la filiera si verificano molte trasformazioni, che comportano il passaggio tra diversi codici doganali, rendendo la conformità più complessa.
Nonostante queste differenze, entrambe le filiere richiedono un alto livello di tracciabilità, e l’utilizzo di tecnologie avanzate per monitorare il percorso del prodotto, dal container fino alla tavola, rappresenta un elemento chiave per garantire la conformità e la trasparenza in entrambi i settori.”
State sostenendo le aziende a questo passaggio verso l’EUDR, per trovarsi finalmente pronti?
“Certamente, stiamo accompagnando le aziende in questo percorso di adeguamento all’EUDR, affinché possano farsi trovare pronte e trasformare un obbligo normativo in un’opportunità strategica.
Sappiamo bene che l’EUDR rappresenta una sfida e un costo aggiuntivo per le aziende, ma invece di aspettare fino all’ultimo nella speranza di una proroga – che, ad oggi, non è prevista – le aziende possono adottare un approccio proattivo.
Affrontare sin da ora il tema della sostenibilità, infatti, significa non solo garantire la conformità alle normative, ma anche distinguersi sul mercato, posizionandosi come attori responsabili e affidabili. Già da tempo supportiamo le aziende nell’analisi delle loro filiere, aiutandole a raccogliere e validare i dati necessari per valorizzare e dimostrare la legalità dei loro approvvigionamenti.
I nostri clienti che hanno iniziato questo percorso in anticipo non solo sono pronti per il regolamento, ma stanno anche offrendo supporto strategico ai loro stessi clienti, che siano grandi gruppi, istituzioni o altri operatori del settore. In questo modo, si affermano come punti di riferimento per la conformità all’EUDR e per la gestione sostenibile delle filiere.
Inoltre, crediamo che la conformità all’EUDR non debba essere vista solo come un vincolo
normativo, ma come un valore da comunicare anche ai consumatori. Nonostante il contesto
geopolitico attuale, il tema della sostenibilità rimane centrale per il mercato.
Essere già oggi “deforestation free”, anziché adeguarsi solo quando sarà obbligatorio, rappresenta un vantaggio competitivo importante. Le aziende possono dimostrare di avere filiere tracciate, trasparenti e conformi alla legge, rafforzando la fiducia dei consumatori e la loro reputazione sul mercato.
Il nostro approccio è sempre stato vicino alle esigenze delle aziende, aiutandole a navigare questa transizione nel modo più efficace possibile, con soluzioni flessibili e sostenibili anche dal punto di vista economico. Lavoriamo insieme per trasformare la conformità normativa in un’opportunità di crescita e di leadership nel settore.”
6.150 clienti fin qui raggiunti, quanti in Italia ancora vorreste raggiungere e in che modo?
“Finora abbiamo raggiunto 150 clienti in Italia e nel mondo, operando sia nell’ambito della tracciabilità del made in Italy sia nel supporto alla conformità normativa, con un focus sempre più forte sull’EUDR. In questa fase, il nostro obiettivo è accelerare ulteriormente l’adeguamento al regolamento anti-deforestazione, offrendo alle aziende non solo la possibilità di conformarsi, ma anche di sfruttare appieno le potenzialità della nostra piattaforma.
La nostra soluzione copre l’intero processo, dalla raccolta e verifica dei dati con strumenti satellitari, alla tracciabilità della filiera, fino all’integrazione con il Portale Europeo per la presentazione delle Due Diligence. Inoltre, consente alle aziende che desiderano offrire un valore aggiunto ai propri clienti di comunicare in modo trasparente e diretto con il consumatore finale tramite la scansione di un QR code.
Crediamo che la chiave per coinvolgere nuove aziende sia adottare un approccio pratico e
concreto, dimostrando che conformarsi al regolamento EUDR non è solo una sfida, ma anche un’opportunità per rafforzare il controllo sulla propria filiera e comunicare in modo trasparente con il mercato e i consumatori.
Per questo, con la nostra soluzione completa e integrata, stiamo promuovendo progetti pilota, un metodo che consente alle aziende di iniziare a raccogliere dati sulle proprie filiere in modo graduale. Grazie al nostro know-how, possono testare la nostra soluzione su filiere selezionate, per poi estendere progressivamente il progetto fino alla piena conformità all’EUDR.
Oggi le aziende hanno ancora il tempo per adattarsi in modo strutturato, coinvolgendo tutti i reparti interessati e costruendo un processo solido. Se si aspetta fino all’ultimo momento, l’adeguamento sarà comunque possibile, ma con il rischio di non essere pienamente pronti a livello organizzativo.
Il nostro consiglio è di partire subito, magari con un progetto pilota a basso impatto economico, che permetta di avviare il processo senza stravolgimenti e di essere già allineati quando il regolamento diventerà obbligatorio.
Questa è la direzione su cui stiamo lavorando e il messaggio che vogliamo trasmettere al mercato: le aziende che scelgono di agire ora avranno un vantaggio competitivo, evitando di trovarsi in difficoltà quando l’adeguamento sarà indispensabile per tutti.”