domenica 22 Dicembre 2024
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Troppo zucchero nell’alimentazione dei bimbi europei, si salvano gli italiani

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MILANO – Troppo zucchero nell’alimentazione dei bimbi europei. Tra i bambini di età tra 2 e 9 anni l’apporto di zuccheri liberi eccede le raccomandazioni dell’Oms. I bambini italiani sono i più “moderati” nei consumi. Questa la conclusione di uno studio Idefics (Identification and prevention of Dietary and lifestyle induced health EFfects in Children and infantS), che ha valutato l’apporto con la dieta di zuccheri liberi in 16.228 bambini nella fascia d’età 2-9 anni in otto Paesi europei.

Compresa l’Italia, che è il Paese che ha fornito il maggior numero di dati. Il 20% dei bambini allo studio erano in sovrappeso o obesi.

Zucchero e consumi: bisogna fare attenzione al consumo esagerato

Con il termine “zuccheri liberi” si intendono sia i monosaccaridi (glucosio, fruttosio) e i disaccaridi (saccarosio, lo zucchero comune) aggiunti a un alimento dal produttore, o durante la cottura o prima del consumo, e sia gli zuccheri naturalmente presenti in miele, sciroppi e succhi di frutta.

Lo studio

Come fonti di zuccheri liberi sono stati considerati gli alimenti appartenenti a dieci gruppi: vegetali; cereali e prodotti da forno (comprese le pizze); bevande zuccherate; caffè, tè, tisane; latte e derivati; succhi di frutta; caramelle e dolciumi in genere; patate; frutta oleaginosa e semi; salse, maionese, ketchup, zuppe, brodi e condimenti pronti per la carne.

Dalle analisi è emerso che i succhi di frutta e le bevande zuccherate forniscono la maggior quota di zuccheri liberi, seguiti da latte e latticini, e quindi da dolciumi e caramelle. In media, è stato stimato un apporto complessivo di zuccheri liberi per nazione pari al 18% delle calorie totali quotidiane: i bambini italiani sono risultati nel complesso i più virtuosi, con il 13,3%, mentre i tedeschi occupano un poco invidiabile primo posto, con il 27,2%.

Curiosamente, la prevalenza del sovrappeso/obesità nei bambini europei segue un trend diverso, con i bambini italiani nella situazione meno favorevole ed i bambini tedeschi in quinta posizione (dietro i coetanei di Italia, Cipro, Spagna e Ungheria).

Soltanto in 20 bambini ogni 100 l’apporto di zuccheri liberi rispettava le indicazioni dell’OMS, che raccomandano di non superare la quota del 10% del totale energetico giornaliero.

In conclusione, lo studio Idefics conferma che i bambini europei tra i 2 e i 9 anni assumono una quota di zuccheri liberi che eccede le raccomandazioni dell’Oms.

Le differenze tra Paese e Paese, anche in termini di correlazione con l’eccesso ponderale, sono però notevoli: un dato di cui tenere conto nel disegnare interventi educazionali diretti alla popolazione.

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