TRIESTE – La seconda giornata del Trieste Coffee Experts anziché nelle sale della
sede Bazzara si è svolta nel palazzo monumentale affacciato sul Golfo della città giuliana del Savoia Excelsior Palace. A dare il benvenuto agli ospiti è Franco Bazzara.
L’imprenditore triestino ha aperto con un ringraziamento rivolto alla platea e ai numerosissimi sponsor che hanno supportato l’evento, confermando la loro fiducia nel progetto e la necessità di iniziative volte a favorire il far rete fra le aziende del comparto.
Quindi Gruppo Cimbali; HostMilano; pulyCAFF; Club House; BWT; Carimali; Aziende Riunite Caffè; Faema; Sigep; Ima Petroncini e Mixer Planet, in qualità di sponsor Platinum.
Per poi proseguire con gli sponsor Gold: Volcafe; Opem; Dalla Corte; Brita; Brambati; La San Marco; Imf; Demsu; 9Bar; Sanremo; Specialty Coffee Association; Dvg; La Spaziale; E-Tamper Station; Coffee Tree; Colombini; Drusian; Gruppo Italiano Torrefattori Caffè; Triestespresso Expo.
Trieste Coffee Experts, una partenza assieme a molti protagonisti del settore
Mauro Bazzara, moderatore di giornata, introduce poi un video di benvenuto da parte delle istituzioni regionali e locali e quello con l’intervento di Zeno D’Agostino, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, che ha esortato le aziende del comparto caffeicolo ad insediarsi a Trieste, sfruttando le nuove opportunità legate allo sviluppo del porto e della nuova area franca free-este.
Parla l’Ambasciatore della Colombia
Il tema “Coffee 4.0” è stato affrontato dapprima da Gloria Isabel Ramirez, Ambasciatore della Colombia in Italia e Carolina Castaneda, direttrice europea della Federacion Nacional de Cafeteros de Colombia.
Gli interventi vertevano ambedue sul tema “Sviluppo tra produttività sostenibile e qualità del caffè” legato al terzo produttore mondiale di caffè: la Colombia. Entrambe si sono focalizzate sulla necessità di riuscire a riconoscere il giusto salario ai coltivatori
– condizione senza la quale è impossibile parlare di vera “sostenibilità” – e
sul pericolo che si prospetta per l’industria del caffè dal momento che, a
causa del bassissimo ritorno economico, la partecipazione dei giovani nella
filiera del caffè sta precipitando, portando ad una dispersione di tradizione e cultura inestimabile.
Lo spreco del legno del caffè sarà risolto dal Politecnico di Milano
Interessante poi anche l’impegno a trovare una soluzione che risolva lo spreco del legno del caffè, che allo stato attuale rappresenta solamente un costo di smaltimento. Si sta lavorando difatti – anche in sinergia con alcune università come il Politecnico di Milano e istituti di design italiani – per garantirne un riutilizzo nel settore del mobile, così come avviene per il bambù.
A seguito della cornice dedicata alla Colombia, al microfono si sono alternati Marino Petronio del Gruppo Italiano Torrefattori Caffè e Fabrizio Polojaz, Presidente di Associazione Caffè Trieste. I due presidenti hanno illustrato alla platea le iniziative delle rispettive associazioni volte a favorire la diffusione della cultura del caffè di qualità.
Giuseppe Biffi di Siemens, guru del Coffee 4.0
Mauro Bazzara, moderatore del congresso, introduce poi il tema principale “Coffee 4.0” e passa la parola a Giuseppe Biffi, digitalization business Development Manager Siemens, il quale attraverso alcune case history illustra come l’innovazione tecnologica sia in grado di cambiare il destino anche di industrie appartenenenti ad un settore abbastanza tradizionale come quello caffeicolo.
Biffi ha parlato di simulazione, Digital Twin, Virtual Commissioning, Industrial IOT e Cloud, Cyber Security, Predictive Maintenance, Realtà Aumentata. Sono questi soltanto alcuni degli aspetti su cui opera la multinazionale.
Biffi tratteggia il cliente digitale come un cliente impaziente, costantemente connesso e dunque consapevole, spesso molto propenso al cambiamento.
L’innovazione tecnologica, attraverso l’apporto del mondo virtuale a quello reale, dovrà dunque portare soluzioni che consentano di mantenere alto il coinvolgimento anche di questa nuova tipologia di consumatori, andando a fornire, là dove necessario, anche la possibilità di produrre micro lotti altamente personalizzati.
Roberto Pedini
Per Roberto Pedini “Coffee 4.0” significa macchine e servizi intelligenti, studiati per analizzare i risultati, al fine di ottimizzare e standardizzare i processi produttivi. Sistemi interconnessi, che attraverso un costante scambio di dati, siano in grado di offrire all’utente un’esperienza personalizzata di creazione di valore lungo l’intera coffee chain.
Per il Sales Product Development Manager di IMA Petroncini la spinta alla massimizzazione dell’automazione registrata nell’ultimo decennio va favorita per
aumentare la produttività, ottenere sempre più vantaggi da una lettura
dei dati che permetta di analizzare lo stato e l’andamento delle macchine,
le statistiche di produzione, di attuare interventi in real-time da remoto,
avere sistemi sempre più funzionali per la gestione del portafoglio clienti e
degli ordini, ottenere puntuali analisi dei dati di vendita e di produzione e
quindi, soprattutto, creare nuovi modelli di business.
Parla Mauro Martinengo
Il microfono è poi passato a Mauro Martinengo, Sales manager di Opem.
Martinengo ha parlato di Smart Packaging, andando ad affrontare il concetto di innovazione tecnologica soprattutto in riferimento a capsule e capsulatrici. Oggi questo formato unisce finalmente la funzionalità della confezione con l’attenzione all’ambiente.
Capsule, che attraverso un’avanzata tecnologia dell’interfaccia uomo-macchina sono in grado di richiamare autonomamente le ricette per la produzione, rendendo automatico anche il settaggio di tutti i parametri macchina legati al materiale dell’imballo ed al prodotto da riempire.
L’intervento di Luigi Morello
Luigi Morello, Business Unit director Gruppo Cimbali, ha parlato di tradizione e trasformazione digitale nel mondo del barista e di chi produce macchine da caffè superautomatiche e tradizionali. Oggi ci si relaziona con consumatori “socializzati”,
dove domina il culto di sé, improntati ad una condivisione della vita auto-centrica.
Morello tratteggia i luoghi di consumo del futuro, citando Nap e Nails bar, sostenendo che il bar del futuro sarà intimo come gli ambienti di casa, oppure velocissimo e camaleontico, senza vie di mezzo.
Per andare incontro a queste esigenze Cimbali sfrutta la IOT per produrre macchine che trasmettono e ricevono dati, permettendo al cliente finale di crearsi la propria ricetta, da aggiornare anche quotidianamente, senza andare ad influire sui gusti dei colleghi dell’ufficio o dei membri della famiglia.
Cannone: l’innovazione per migliorare la qualità dell’espresso italiano
L’ultimo intervento al Trieste Coffee Experts sul tema “Coffee 4.0” spetta a Michele Cannone. Il marketing manager Lavazza ha parlato di innovazione tecnologica come strumento per migliorare la qualità dell’espresso italiano.
Partendo dall’assunto che oggigiorno da una parte vi sia la possibilità di utilizzare la tecnologia più avanzata per estrarre il caffè e dall’altra si possa usufruire di un’offerta formativa altamente specializzata, Cannone – citando anche una ricerca condotta a Londra – evidenzia che tutto ciò non trova riscontro nella quotidianità e nel giudizio del cliente. Dal momento che dalle ricerche emerge che sette caffè su dieci vengono valutati al di sotto degli standard.
Le stesse ricerche interne di Lavazza evidenziano come, per ottenere delle ricadute positive sulla qualità in tazza, siano necessari dei percorsi formativi forse non realmente sostenibili da parte degli esercenti.
Cannone trova la spiegazione nell’evoluzione che ha interessato la tecnologia negli ultimi dieci anni: la cosiddetta open technology oggi permette di fare “tutto”, probabilmente troppo.
La soluzione per Lavazza sarà una tecnologia “chiusa” che vada nella direzione di una altissima standardizzazione
Un sistema integrato, quindi, per semplificare e ottimizzare le preparazioni: macchine connesse attraverso il cloud che trasmettano i dati ad una control room che permetterà di monitorare tempi di estrazione, pressione del boiler, temperatura dell’acqua.
Garantendo segnalazioni e interventi in tempo reale. Una connessione diretta e costante con l’assistenza. In futuro non si effettueranno quasi più riparazioni ma soltanto interventi per anticipare i guasti; su segnalazione diretta delle macchine e non più di baristi inesperti.
Chiude Andrea Bazzara
La chiusura del congresso della domenica è affidata ad Andrea Bazzara, organizzatore, motore e ispiratore di questa edizione del Trieste Coffee Experts. Il Sales Manager Bazzara ringrazia tutti gli ospiti e i relatori intervenuti. Non dimenticando di menzionare i collaboratori che hanno lavorato fianco a fianco con lui. In primis il coordinatore della logistica e della comunicazione Stefano di Lecce. A tutti dà appuntamento ai prossimi eventi che occupano il calendario del caffè in Italia. Ovvero Trieste Coffee Festival e HostMilano in ottobre, Sigep Rimini a gennaio e Triestespresso Expo, con fiera rinnovata nel 2020.