MILANO – Ulteriore passo avanti per i partner Starbucks che desiderano cambiare sesso. Come dipendenti della catena, avevano già diritto all’assicurazione sanitaria, ma ora il colosso americano fa un passo in più per i transgender che lavorano nell’azienda.
Infatti, tutti gli interventi per adeguare alla nuova identità sessuale l’aspetto dei dipendenti transgender di Sturbucks saranno compresi nella copertura sanitaria aziendale. Senza se, senza ma.
Transgender: da Starbucks cambiare è possibile
Quindi chirurgia del viso, aumento del seno o rimozione, trapianti di capelli e tutto ciò che è necessario. I paladini dei diritti civili esultano. Perché cambiare sesso non è questione semplice.
È infatti una questione delicata e dolorosa allo stesso tempo, piena di emozione e di disagio, e, non ultimo: è molto costosa.
In Italia la legge 164 del 1982
Ovvero: norme in materia di rettificazione del sesso) prevede ad esempio, per chi deve intraprendere un percorso mtf (male to female) l’intervento gratuito della vaginoplastica e la mastoplastica adduttiva.
Nella realtà, i tempi d’attesa della prima sono lunghissimi e per la seconda le Asl non hanno tempo e fondi. E si finisce per farla a spese proprie.
Ma il problema è universale e spesso, pur di farcela con pochi soldi, in molti finiscono vittime di falsi chirurghi con risultati disastrosi.
Negli Stati Uniti
Qui, come è noto, serve l’assicurazione sanitaria che alcune aziende accendono solo per determinati interventi (ad esempio, il dentista).
Ma nessuno, prima, oltreoceano, aveva pensato di includere anche questo tipo di interventi che in tutto il mondo sono causa di frustrazione per molte persone che necessitano di far coincidere anima e corpo.
Per colmo dell’ironia, gli interventi sono più garantiti in Iran dove l’omosessualità è tabù. Mentre cambiare sesso è accettato come una cura, dato che gli omosessuali sono considerati malati. (in 30 anni sono stato quasi mille gli interventi di cambio di sesso sostenuti dal governo di Theran).
Dal 2012 Starbucks aveva già incluso nella copertura sanitaria l’intervento ai genitali
Ora ha deciso di coprire anche quelli che, con superficialità, vengono definiti “estetici”. Quando invece la rimozione del seno, ad esempio, in un paziente che sta assumendo l’identità maschile, è fondamentale.