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Sara Lee: tramontata l’ipotesi della cessione dopo un importante cambio ai vertici

Nell’ambito dell’operazione, le attività nordamericane retail e collegate ai prodotti alimentari (escluse le bevande) faranno parte di una società che manterrà il nome Sara Lee e avrà nel suo portafoglio brand quali Ball Park, Hillshire Farms, Jimmy Dean, Kahn's, Mr. Turkey. Bevande e attività collegate a panetteria e pasticceria confluiranno invece in un’altra società, il cui nome è ancora da stabilire

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DOWNERS GROVE, Chicago (USA) – Per Sara Lee sfuma l’ipotesi cessione e si delinea quella della divisione delle attività. L’operazione verrebbe finalizzata a inizio 2012 e comprenderebbe il pagamento un dividendo una tantum di 3 dollari per azione, finanziato con la vendita, per 959 milioni di dollari, delle attività nordamericane del bakery al colosso messicano Grupo Bimbo.

Nell’ambito dell’operazione, le attività nordamericane retail e collegate ai prodotti alimentari (escluse le bevande) faranno parte di una società che manterrà il nome Sara Lee e avrà nel suo portafoglio brand quali Ball Park, Hillshire Farms, Jimmy Dean, Kahn’s, Mr. Turkey. Bevande e attività collegate a panetteria e pasticceria confluiranno invece in un’altra società, il cui nome è ancora da stabilire (in Sara Lee si fa genericamente riferimento alla denominazione CoffeeCo).

La divisione delle attività di Sara Lee

Questa seconda società comprenderà, oltre al bakery e ai piatti pronti, tutto il business del caffè e del tè con marchi del calibro di Senseo (caffè porzionato), Douwe Egberts, Maison du Café, L’Or, Marcilla, Café Pilão, Café do Ponto e Pickwick (tè). Entrambe le società saranno quotate in borsa. In base ai risultati dell’esercizio trascorso esse avrebbero avuto nel 2010 un fatturato rispettivamente di 4,1 e 4,6 miliardi di dollari.

“Abbiamo esaminato con attenzione le diverse opzioni strategiche” – ha dichiarato l’ex presidente James Crown – “e siamo convinti che lo spin-off più il dividendo una tantum offrano il maggior potenziale a lungo termine in termini di valore per gli azionisti. Queste due società pure play (focalizzate in un settore specifico, ndr.) – ha aggiunto – avranno strategie di crescita distinte nell’ambito dei rispettivi core market e saranno in grado di attrarre una base di azionisti più focalizzati sui rispettivi settori”.

Un’esigenza, questa, sollecitata dagli stessi azionisti maggiori, che hanno sollecitato gli spin-off in modo da definire meglio il settore di business in cui investire, afferma il ceo Marcel Smits.

Sottolineando che la decisione del board è stata unanime, Smits ha aggiunto tuttavia che il board stesso sarebbe pronto a cambiare orientamento e riconsiderare l’ipotesi cessione qualora, di qui agli spin-off, emergessero nuove proposte più convenienti.

Precedentemente a tale decisione, Sara Lee aveva ricevuto due proposte informali di buyout da parte del gigante brasiliano delle carni Jbs (spalleggiato da Blackstone Group, al quale avrebbe poi ceduto il ramo caffè) e da una cordata di fondi di private equity guidata da Apollo Global Management, con Bain Capital e TPG Capital.

Le proposte

Entrambe sono state respinte in quanto nettamente inferiori al prezzo di 20 dollari per azione indicato dal board. A inizio 2010, Sara Lee aveva inoltre respinto anche una proposta avanzata da Kohlberg Kravis Roberts (Kkr), considerata anch’essa insufficiente, nonostante la disponibilità da parte della prestigiosa società di private equity newyorchese a ritoccare al rialzo l’offerta originaria di 15 dollari per azione.

Per consolarsi del mancato affare, Kkr ha successivamente acquisito, nel novembre scorso, Del Monte Foods, assieme a Centerview Partners e Vestar Capital Partners, per la somma di 5,3 miliardi di dollari, compreso il debito netto. Nell’arco del decennio trascorso, Sara Lee ha compiuto numerose dismissioni di attività (una trentina di dismissioni a fronte di una decina di acquisizioni, secondo dati stampa, ndr.).

Oltre alla già ricordata cessione delle attività nordamericane del bakery, la multinazionale di Downers Grove (Illinois) ha venduto l’intero settore body care e il ramo europeo detergenti a Unilever per 1,3 miliardi di euro nel 2009.

Il marchio Coach e HanesBrands

Risale al 2001 la vendita del marchio Coach (borse), mentre nel dicembre 2005 è stato ceduto il settore vendita al dettaglio di caffè torrefatto (comprendente i marchi Chock full o’Nuts, Hills Bros., MJB, Chase & Sanborn e Masterchef, lo stabilimento di Suffolk e 103 coffee shops con il marchio Chock full o’Nuts name) a Segafredo Zanetti Coffee Group.

Nel settembre 2006 è stato realizzato, inoltre, lo spin-off del noto marchio di abbigliamento HanesBrands.

La società ha infine annunciato la scorsa settimana alcuni importanti cambiamenti nel management. Marcel Smits, designato ceo ad interim dopo le dimissioni per motivi di salute di Brenda C. Barnes, è stato nominato alla carica in via definitiva.

Jan Bennink è il nuovo presidente e sostituisce Jim Crown, che continuerà comunque a far parte del board della società. Il board ha anche reso noto che l’attuale ceo di Sara Lee North America C.J. Fraleigh sarà il ceo della nuova divisione North American Retail and Foodservice business, successivamente allo spin-off.

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