ROMA — Tra una settimana si conoscerà il destino del Caffè Greco. Il 28 marzo, infatti, i proprietari dell’ultimo caffè storico rimasto nel centro di Roma, l’Ospedale Israelitico, e i gestori della struttura, l’ingegnere Carlo Pellegrini della società Antico Caffè Greco Srl, si vedranno davanti l’organo di mediazione per trovare un accordo.
Se l’Ospedale Israelitico non riceverà un’offerta a prezzo di mercato, dunque superiore agli attuali 18 mila euro al mese di affitto – offerta che ad oggi non sarebbe pervenuta – i gestori dovranno lasciare il Caffè, come imposto dal Tribunale di Roma lo scorso 6 novembre.
Futuro incerto
A quel punto, però, diventerebbe difficile capire quale futuro avrà il Caffè Greco; il locale frequentato, nei suoi 250 anni di storia, da Wolfgang Goethe, Nikolaj Gogol, Gabriele D’Annunzio, Orson Welles, Alberto Moravia, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini, Ennio Flaiano, per dirne alcuni.
Vincolo duplice
In questo scenario è bene aggiungere altri due aspetti: il primo riguarda i duplici vincoli del Mibact a cui è sottoposto il Caffè, sia come esercizio storico, sia sugli arredi e sulle opere d’arte alle pareti, circa 300 pezzi d’arte.
Questo escluderebbe la possibilità che il Caffè Greco si trasformi in un McDonald’s, per capirci. Ma non lo metterebbe al riparo da una “rigenerazione” in chiave moderna dei nuovi gestori, che potrebbero essere le grandi multinazionali del lusso che lo affiancano. Il secondo aspetto riguarda la tradizione, la sua funzione di caffè storico all’interno della città. Su questo aspetto il Comune di Roma al momento non è pervenuto.
In attesa di notizie
In questi giorni l’atmosfera che si respira al Caffè Greco è la solita. I turisti scattano foto ai dipinti e agli oggetti storici, sedendosi nei tavolini per la colazione, i camerieri lavorano senza sosta. Mentre al banco della pasticceria sono in vendita i tradizionali dolci di Pasqua. Il personale preferisce non sbilanciarsi sul futuro del Caffè Greco: “Nessuno ci dice niente, siamo in attesa di notizie”.
Più soldi per la sanità
Dalla parte della proprietà dell’immobile, invece, la posizione è chiara: adeguare il contratto d’affitto per reinvestire i soldi nella sanità. Il ragionamento che viene fatto all’interno dell’Ospedale Israelitico è infatti quello di offrire una sanità privata a prezzi agevolati, da ticket regionale.
Ma per farlo sono necessari gli introiti del Caffè Greco. La partita che si gioca dunque è culturale e sociale al tempo stesso.