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lunedì 04 Novembre 2024
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Torrefazione Spinetta: entriamo nella roastery più piccola d’Italia, di 25m²

Quando chiediamo a Luigi come si possa lavorare in uno spazio così ridotto, lui ha risposto così: “E’ una scelta di vita. Per 36 anni ho gestito il negozio insieme a mia moglie Vittoria, poi, per i successivi 8, con mio figlio Marco e mia nuora. Attualmente lavora con me mia nipote Angela

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MILANO – In Piazza Marconi 4° di Valdobbiadene, in provincia di Treviso, un piccolo gioiello del made in Italy lavora incessantemente dal 1956: è la Torrefazione Spinetta, che dal 1981 è stata acquisita da Luigi. Lo abbiamo trovato proprio mentre assisteva il caffè in cottura. La particolarità della sua attività, sono le dimensioni perché, in effetti, la Torrefazione Spinetta è ufficialmente la roastery più piccola d’Italia.

Una scoperta avvenuta nel 1996, quando su Rai 2 la moglie Vittoria, instancabile compagna di Luigi nella vita e nella professione, ha visto un torrefattore sardo vantarsi di questo primato. Ma la Torrefazione Spinetta batteva tutti, con la sua Petroncini da 6 chili (ormai neppure più in commercio) e i suoi appena 25 metri quadri di spazio di lavoro.

Torrefazione Spinetta: dentro ci stanno il signor Luigi, il banco, due bilance, un piccolo magazzino e una stanzetta per conservare il caffè crudo

Quando chiediamo a Luigi come si possa lavorare in uno spazio così ridotto, lui ha risposto così: “E’ una scelta di vita. Per 36 anni ho gestito il negozio insieme a mia moglie Vittoria, poi, per i successivi 8, con mio figlio Marco e mia nuora. Attualmente lavora con me mia nipote Angela.

La Torrefazione Spinetta non ha bisogno d’altro: siamo un’azienda piccola ma  autosufficiente. Produciamo dai 400 ai 500 chili al mese e ci basta così.”

I caffè della Torrefazione Spinetta

“Abbiamo l’arabica dal Brasile, i centro americani, del Costa Rica, Colombia, Guatemala, poi degli africani, Etiopia e Tanzania, e infine un’ottima Robusta indiana. Inoltre, già da diversi anni, sono entrato in contatto con il presidio Slow Food, e abbiamo il Huehuetenango, un caffè di puro arabica mono origine dal Guatemala.

Lo tostiamo anche per un nostro cliente di Parigi, una pizzeria italiana. Proprio in questi giorni ci hanno fatto visita in negozio dei clienti dal Texas, dall’Austria, dalla Normandia, dalla Germania. È arrivata persino una famiglia dal Perù che aveva sentito parlare di noi.

Per un periodo ci ha dato una mano con la visibilità l’esser comparsi in televisione nel ’96, quando siamo stati conosciuti da 3milioni e 300 mila spettatori. Negli anni sono venuti in molti a visitarci. Ho scoperto persino che ci sono dei clienti che arrivano in torrefazione dalla Francia da 30 anni.

Abbiamo tutti caffè specialty coffee, ma non riusciamo ad avere un contatto diretto con i coltivatori, ci affidiamo ad un importatore che ci rifornisce delle migliori qualità. Bisognerebbe prendere 10 tonnellate di ciascun tipo, ma la torrefazione Spinetta è troppo piccola per poterli acquistare da sola.”

La cosa più difficile di lavorare in 25 metri quadri?

“Ogni tanto si fa fatica a gestire gli spazi con il caffè tostato, da miscelare e confezionare, ma passata mezza giornata, torna tutto al suo posto.

La piccola Petroncini (foto dal sito)

Tostiamo singolarmente ogni caffè e dopo due giorni lo assaggiamo, creando la miscela in un secondo momento.

Infine confezioniamo e distribuiamo nei locali della zona e non. Abbiamo clienti privati affezionati da tantissimi anni, che vengono da noi ad acquistare il caffè.

E questa relazione di fiducia dipende anche dal fatto che spendo sempre del tempo per raccontare i prodotti, soprattutto ai nuovi clienti. Poi ha aiutato anche l’incremento del turismo per via delle nostre colline riconosciute patrimonio dall’Unesco.

Ho notato che la clientela internazionale acquista il caffè in grani. Qualitativamente sono più avanti degli italiani, ma piano piano sto cercando di sfondare la porta anche con i clienti locali.”

Come sono cambiate le cose nel settore in questi 42 anni?

“Il cambiamento peggiore è stato l’arrivo delle capsule. Per fortuna negli ultimi due/tre anni è aumentato l’acquisto di macchine da caffè automatiche per uso casalingo che macinano i grani. E oggi, qualche giovane si avvicina al caffè di qualità.”

Come fa una torrefazione così piccola ad esser sempre competitiva per tutti questi anni?

“Quando siamo partiti, eravamo circa 2000 torrefattori e ora siamo poco più di mille. L’unica cosa che mi fa restare a galla rispetto alla concorrenza, è la qualità al giusto prezzo e il voler trasmettere al cliente che si ha davanti il mondo e la storia che c’è dietro ad ogni chicco di caffè.

Negli anni abbiamo anche tenuto dei corsi per baristi negli istituti alberghieri.

E ora, per dare nuova linfa alla Torrefazione Spinetta, stiamo realizzando delle tazzine con il nostro marchio.”

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