MILANO – Il meteo in Brasile torna a segnare pioggia e il rally che ha spinto gli arabica ai massimi degli ultimi sette anni si ridimensiona. Il contratto per scadenza dicembre di New York ha concluso la settimana a 203,40 centesimi: il 4,6% in meno rispetto al record storico di 213,15 centesimi di martedì 12 ottobre.
Più contenuta la frenata di Londra. La borsa dei robusta perde l’1,6% rispetto ai picchi di inizio settimana concludendo l’ottava a 2.110 dollari.
Venerdì 15 ottobre, l’Istituto nazionale di meteorologia del Brasile (Inmet) ha emesso un bollettino che prevede almeno 5 giorni di piogge intense nelle principali aree di produzione del Brasile, che dovrebbero dare il là alla fioritura del nuovo raccolto di arabica.
Anche nel caso in cui la fioritura dovesse essere ottimale, ciò non basterà a compensare le conseguenze di gelo e siccità, i cui danni sono ormai irreversibili. Tutt’al più si eviteranno ulteriori perdite. Sempre che il clima sia favorevole anche nelle successive fasi di sviluppo del raccolto.
Lo sviluppo del nuovo raccolto di robusta, che è a uno stadio più avanzato, procede invece senza grandi problemi, anche se il ritmo delle precipitazioni non è stato ottimale.
Ora però incombe l’incognita de La Niña
Con questo termine si indica il raffreddamento periodico della temperatura delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale ed orientale. Un’anomalia che influenza il clima dell’intero Pianeta.
Il fenomeno in atto, che dovrebbe durare perlomeno sino a febbraio, potrebbe portare prolungati periodi di siccità in sud America. E incidere negativamente sui raccolti di Brasile e Colombia.
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