MILANO – Siamo tornati a parlare con Giordano Cognigni, perché forse è vero che lo specialty coffee non piace alla maggioranza dei consumatori nei bar classici italiani, ma sicuramente la sua opinione in merito è stata molto seguita, condivisa dai lettori. Persino più della notizia su Papa Francesco. La domanda sorge spontanea: perché?
Cognigni lei come se lo spiega?
“Semplicemente devo aver toccato un nervo scoperto di questo settore in Italia. Molti mi hanno scritto replicando che lo specialty sta crescendo: è vero, ma resta una nicchia. Addirittura vendere una singola origine di Arabica non specialty, seppure ad un costo moderato rispetto ad uno specialty, è difficile ancora oggi.
Molti non hanno il coraggio di ammetterlo, ma secondo me è ancora questa la realtà più diffusa.
Dall’altra, tanti sono d’accordo con me, mentre altri insistono sul fatto che questa filosofia sta trovando più spazio. Personalmente, faccio formazione ai miei clienti per poter proporre questo genere di caffè, ma il lavoro resta molto difficile, rispetto a vendere un caffè “arruscato”.
I bar che lavorano di più servono questo genere di tazzina. Quindi la domanda è legittima: la gente ci entra per bere quella? Non credo. Ci vanno molto più probabilmente per comprare altro.”
Ma il web ha fatto la sua parte?
“L’articolo in effetti è stato condiviso molto sui social, tanti hanno lasciato commenti.
Anche i consumatori hanno partecipato alla discussione. Molti mi hanno scritto in privato per dirmi che erano d’accordo con me, mentre altri mi hanno ringraziato per aver fatto un po’ di cultura. Fa piacere, perchè è una conferma della bontà del mio lavoro.”
In tantissimi volevano leggere un articolo di questo tipo evidentemente
“Lavorando a contatto diretto con il consumatore finale, ho notato che ci sono persone che sono aperte a raccogliere nuove informazioni e vengono fidelizzate. Ma sono poche poi quelle che seguono il dettame del buon caffè, non bruciato, estratto correttamente in moka, in filtro o in espresso. L’”arruscato” va comunque offerto nella propria attività, resta un fatto.”
Quindi al netto di tutto, lei pensa che la sua opinione sia stata più amata o più odiata?
“Sulla carta ufficialmente è stata un po’ “odiata” la mia scomoda verità, o falsità a seconda del punto di vista. In realtà quello che penso io lo condividono in molti. La soglia tra l’odio e l’amore è sottile.” scherza sulla conclusione, Cognigni.