Oggi parleremo del Caffè Platti, in corso Vittorio Emanuele II. Il capoluogo piemontese vede paralizzato uno dei suoi caffè storici. Comunicaffè contribuisce a lanciare un appello di solidarietà verso questo locale che ha scritto una parte di storia del caffè.
15/12/2014
LUCA FERRUA
TORINO
Platti caffè. Uno dei caffè più antichi di Torino
Torino ha caffè bellissimi, soprattutto quelli più antichi. Banconi e volte contribuiscono a rendere la città affascinante con la migliore offerta di locali storici di tutta Italia. Lo testimonia, ogni anno, la guida firmata «Gambero rosso».
I caffè del centro storico dovrebbero diventare patrimonio collettivo di una città che ha l’obiettivo di diventare capitale italiana del gusto.
E così come si celebra la rinascita di un locale è giusto rimanerci male quando se ne vede uno in difficoltà.
Per chi ama Torino entrare da Platti è quasi una ferita. Ieri non funzionava il riscaldamento. Alla domanda se era una situazione temporanea un cameriere ha risposto: «E che ne so».
La signora alla cassa avvolta in uno scialle e intirizzita prova a mediare con un sorriso. Si vede che ce la mette tutta. Il freddo, anche se sono solo le nove, ha già trasformato i croissant in qualcosa di molto diverso da quelli usciti dal forno. Il momento di difficoltà del locale – le vetrine tristi purtroppo lo urlano ai quattro venti – è noto. Così come le proteste di chi ci lavora o ci ha lavorato. Ma questa è un’altra storia.
Platti: un luogo da salvare
È una delle più belle colazioni di Torino che rischia di sparire e che ha bisogno di essere salvata. Un cuore di dolce storia nato nel 1870; un bancone di grande fascino finito dentro un business che in passato non ha rispettato un secolo di tradizione. Ora ha bisogno di ripartire, perché così non va. E con l’Expo all’orizzonte ne ha bisogno anche Torino.