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domenica 24 Novembre 2024
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Torino: scomparsi oltre 1000 bar in dieci anni

Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino: "Le abitudini sono cambiate. Prima era consuetudine recarsi al bar a fare colazione, oggi no. Lo si vede anche per il settore dell’abbigliamento. Le persone preferiscono spendere per una cena fuori, o per farsi un viaggio di 3-4 giorni, risparmiando sul resto. E anche il mondo degli uffici sta cambiando. In centro se ne contano sempre meno, e parte di chi rimane utilizza lo smartworking. I bar oggi per resistere devono puntare sull’artigianalità, mettendo la loro impronta su quello che offrono, non c’è più nulla di scontato"

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Cambia il rito della colazione e della pausa pranzo, e il resto lo ha fatto lo smartworking. Nel 2013 a Torino si potevano trovare 6838 bar, un numero che oggi si è notevolmente ridotto fino ad arrivare a 5767. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Nicolò Fagone La Zita pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera

Il calo dei bar a Torino

TORINO – Nel 2013 in città si contavano 6.838 bar, oggi invece ne sono rimasti 5.767. Ovvero 1.071 imprese in meno. E il picco negativo, in questo caso, si è registrato nel 2021 (-2,9%), due anni dopo la pandemia. Praticamente per ogni bar chiuso si è aperto un nuovo ristorante.

“Le abitudini sono cambiate — commenta Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino — prima era consuetudine recarsi al bar a fare colazione, oggi no. Lo si vede anche per il settore dell’abbigliamento. Le persone preferiscono spendere per una cena fuori, o per farsi un viaggio di 3-4 giorni, risparmiando sul resto. E anche il mondo degli uffici sta cambiando. In centro se ne contano sempre meno, e parte di chi rimane utilizza lo smartworking. I bar oggi per resistere devono puntare sull’artigianalità, mettendo la loro impronta su quello che offrono, non c’è più nulla di scontato”.

Dello stesso avviso Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino: “Questa dinamica la riscontriamo da diversi anni, e a mio avviso deriva da tre cause fondamentali. Prima di tutto negli anni ’90 in tanti provavano ad aprire un bar, e così il mercato si è inflazionato. E se prima le caffetterie erano padrone della pausa pranzo, adesso non è più così. Pesa la concorrenza di tutte le nuove attività di street food, dalle piadinerie ai kebabbari. Un fattore che ha eroso gran parte del mercato”.
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