A Torino aumenta la popolarità del negozio ibrido che offre più aspetti imprenditoriali in un unico locale. Il settore del food non fa eccezione: merito anche delle nuove tendenze come i locali di poké (piatto hawaiano a base di pesce) e bubble tea (bevande dell’Asia orientale). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Nicolò Fagone La Zita per Il Corriere della Sera.
Il locale ibrido a Torino
TORINO – Dalla pescheria con ristorante annesso alla palestra fornita di centro estetico, fino al bar jeanseria o alla libreria che ripara le bici. A Torino negli ultimi anni è scoppiata una nuova tendenza: quella dei negozi ibridi.
Attività che uniscono più anime imprenditoriali in un solo locale e settori apparentemente inconciliabili. Dal centro alla periferia. Sostituendo, a livello numerico, botteghe storiche o esercizi commerciali che non hanno saputo adattarsi alle nuove esigenze.
Al contrario fioccano le attività innovative, sia per servizi che per strutture, a cui si aggiungono le imprese che hanno saputo intercettare al meglio le tendenze degli anni Venti.
Curioso il destino di bar e ristoranti. Se i primi abbassano le serrande, da 6.838 a 5.767 in 9 anni, le tavole calde registrano il trend opposto, da 4.619 a 5.932 (dati della Camera di Commercio).
Merito anche delle nuove tendenze legate al food, come i locali di poké (piatti hawaiano a base di pesce) e bubble tea (bevande dell’Asia orientale). E così il tessuto imprenditoriale della città si trasforma. In favore, anche, dei negozi ibridi, di vario genere. In via Cavour il panificio Perino Vesco si è aperto alla ristorazione, proponendo colazioni, pranzi e anche aperitivi.
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