MILANO – Il caffè e Napoli: un binomio che spesso è sinonimo di tradizione, al punto che, ogni volta che lo si critica, fa sollevare subito le polemiche. Oppure, come nel caso di Tommaso Starace, fa sorridere. Leggiamo di questo volto simbolico, legato al calcio e al rito del caffè, che in questo caso è sicuramente Kimbo, sponsor storico della squadra partenopea, dal sito casanapoli.it. Scritto da Raffaella Maisto.
Tommaso Starace, il viso social del Napoli
NAPOLI – Il volto di Tommaso Starace è diventato famoso e popolare tra i tifosi azzurri negli ultimi tempi soprattutto per le foto ed i video postati sui social dai giocatori azzurri, e da lui, Dries “Ciro” Mertens.
È divenuto così un vero e proprio fenomeno social, Starace, il magazziniere più cliccato del campionato. Pubblica balletti, posta il “rito del caffè”, twitta, commenta. Il suo profilo twitter vanta oltre 50.000 follower; ed è proprio su Twitter che, Starace condivide i suoi momenti più belli vissuti con “i suoi ragazzi”. Tanti gli scatti col Pipita Higuain, Pepe Reina, Marek Hamsik e Kalidou Koulibaly.
Ma tra Tommaso Starace e Dries Mertens, vi è un legame davvero speciale
Tra i due c’è un rapporto di amicizia autentico e sincero, e sui social sono tante le occasioni dove sono soliti farsi vedere insieme. Nell’ultimo match contro il Salisburgo, l’attaccante belga aveva dedicato una rete al magazziniere, coinvolto in un incidente col motorino poche ore prima della partita, mimandone l’esultanza.
«Una delle tante persone che lavorano dietro le quinte e che sono fondamentali per la squadra», ha spiegato Dries in diretta televisiva.
Da più di 30 anni accoglie calciatori, allenatori e giornalisti con un sorriso e con un bel caffè bollente
Fatto espressamente e rigorosamente con la macchinetta napoletana. Durante le partite, si posiziona ai lati della panchina. Segue la squadra e i “Suoi ragazzi” con trepidazione e ansia: urla, sbraccia, incoraggia, inneggia e festeggia. Ma cerchiamo di conoscere un po’ più da vicino questo omone robusto ma dall’animo nobile e gentile, vissuto a ben 4 generazioni calcistiche, con ben quarant’anni di Napoli sulle spalle, al suo 32° ritiro con la squadra, passando da Pesaola ad Ancelotti, da Maradona a Mertens.
Tommaso Starace, per tutti Tommy, nasce a Vico Equense
Mise piede per la prima volta nella sede del Napoli che allora era in Via Crispi n. 4 ( ex palazzo dl Sacro Cuore angolo piazza Amedeo), come aiuto cuoco dello Chef Maresca.
Divenne un vero e proprio membro della famiglia del Napoli con il trasferimento della Sede a Soccavo. Il nuovo quartier generale della Società venne inaugurato in fretta e furia per fronteggiare una circostanza triste: era il 1980, l’anno del terremoto.
Le mogli di Krol, Castellini e Ferrario avevano paura a restare in casa, le famiglie dei calciatori vissero per qualche settimana nella casa ideata e fatta costruire da Ferlaino.
Da allora ad oggi Tommy si sveglia tutte le mattine alle sei, percorre con la sua auto circa 150 chilometri tutti i giorni, ed è il primo ad arrivare a Castel Volturno e l’ultimo a spegnere le luci.
Al centro Tecnico le cose devono stare in ordine per l’arrivo dei calciatori “ i suoi ragazzi”
Magliette, pantaloncini, felpe, guanti, tute e scarpette devono essere sempre pulite, sistemate, pinte e piegate sulla panca. Tommy ha preso in braccio allenatori e presidenti, ha accolto con un sorriso i campioni di ieri e quelli di oggi, è il filo conduttore che lega il Napoli degli scudetti al Napoli di oggi “ che ha un sogno nel cuore, quello di diventar campione”.
Scherzava fino a pochi mesi fa con Hamsik; oggi scherza con Mertens per tenere il più possibile compatta la squadra.
Anche ai tempi di Diego più o meno accadeva la stessa cosa
Maradona addirittura lo nominò il custode ufficiale del suo strumento da lavoro più prezioso ed importante: le mitiche scarpette del pibe d’oro. E proprio sulle scarpette di Maradona, Starace, solo alcuni anni fa, ha raccontato un aneddoto, un segreto mai svelato a nessuno per 30 anni.
Maradona scendeva in campo calzando scarpini ai quali faceva togliere le suolette interne. I tacchetti in effetti premevano sulla pianta del piede e gli davano fastidio, ed era proprio il buon Tommaso a dovere rimediare a questa fastidiosa inconvenienza, cercando di ammortizzare quei punti con dei cerotti medici.
Con Diego il feeling era totale ed intenso, proprio oggi come con Mertens
Sono tantissimi gli allenatori, gli addetti ai lavori ed i calciatori che gli sono rimasti affezionati nel tempo e nei decenni. Ancora oggi, Gigi Simoni allenatore del Napoli di fine anni 90, ogni tanto fa uno squillo di telefono solo per sentirlo e chiedergli come sta.
Cavani era un grande affezionato al caffè di Tommy. ( Tutti ci ricordiamo l’accoglienza riservata all’ex Edinson Cavani lo scorso anno in Champions).
Si racconta che il Matador facesse largo consumo del caffè di Starace. Così come Higuain, che forse adesso in quel di Torino ne sente la mancanza.
Ed in effetti o cafè sul a Napul o sann ffà
Il caffè che era di Maradona, Cavani e Higuain lo serve adesso a Milik, a Mertens ed a Llorente. Tutto è trascorso nello stanzone azzurro, ma il suo storico caffè è una delle poche cose che resta, così come resta il suo amore per il Napoli.
Testimone silenzioso e riservato di segreti, che Tommy non racconterà mai a nessuno e che terrà per sempre nel profondo suo cuore
… e’ pann’ spuorc’ se lavan’ in famiglia!!!