ALBA (Cuneo) – “Hanno utilizzato il nostro marchio senza essere autorizzati, creando confusione nei consumatori”.
È l’accusa mossa da un produttore albese di caffè nei confronti del cuneese R.I, legale rappresentante di un’azienda che commercializza caffè, sotto processo per contraffazione ed alterazione di marchi o segni distintivi.
La vicenda, piuttosto intricata, tratta di due marchi di cui uno registrato e l’altro no, ed è approdata davanti al giudice penale dopo la condanna di R.I. in primo grado in sede civile, e contro la quale è stato presentato appello.
Nel 1993 era stata costituita una sas, fra i cui soci c’era anche l’imputato. L’anno successivo il marchio della torrefazione era stato registrato presso la Camera di Commercio di Cuneo.
Nel 1996 era stato ideato un altro logo più elaborato, con due omini, dapprima utilizzato a scopo famigliare, poi anche su larga scala, ma mai registrato.
Nel 2001 la ditta era stata trasformata in srl e trasferita al produttore albese, che nel 2010 aveva ceduto un ramo d’azienda a R.I..
In quella sede con scrittura privata l’imprenditore albese aveva concesso l’uso di uno solo dei due marchi, salvo poi accorgersi che veniva utilizzato anche l’altro su bustine di zucchero, tazzine, portatovaglioli.
Per uno dei soci della sas i due loghi “sono sempre andati in coppia, mai fatto distinzioni fra l’uno o l’altro”.
I testimoni della difesa
Due commercianti, testimoni per la difesa, hanno riferito che il marchio utilizzato è sempre stato, fin dal 2000, “quello più elaborato”.
Il giudice ha disposto l’acquisizione della documentazione dei loghi presso l’Ufficio marchi e brevetti e rinviato l’udienza al 30 ottobre per la discussione.
Monica Bruna