MILANO – The Milan coffee festival ha chiuso la sua prima edizione con un bilancio decisamente positivo. La tre giorni milanese ha offerto spunti interessanti di crescita, riflessione, dibattito in seno alla coffee community italiana. In proposito un nostro lettore, un importante addetto ai lavori che ha visitato il festival, ci ha scritto formulando alcune interessanti considerazioni che vi proponiamo di seguito.
Il mercato del caffè è pronto per un cambiamento. Molto prima di inaugurare la Roastery in Cordusio, Starbucks ha alimentato un dibattito spesso alimentato da pregiudizi. Il consumatore è più attento, documentato e consapevole.
Sugli scaffali e negli e-commerce i caffè parlano sempre più di origini. Aprono coffee shop che si distinguono dai bar tradizionali e si ispirano alla cultura specialty. Quest’anno Milano ha accolto ben tre eventi incentrati sul caffè.
La settimana scorsa ho avuto la possibilità di visitare il The Milan coffee Festival e di parlare con diverse persone, di degustare molte origini e di ascoltare vari dibattiti.
Mi sono piaciuti i caffè, si è trattato di un bellissimo viaggio sensoriale. Mi è piaciuto il clima che si respirava, l’ottimismo e la voglia di novità. Mi è piaciuta la passione dei giovani.
Per contro, ho trovato pochezza e superficialità in taluni pseudo esperti. Mi ha irritato la critica dogmatica all’espresso. Non ho apprezzato certi atteggiamenti di chiusura tipici di chi osteggia la crescita per paura di perdere la posizione.
In conclusione, mi è mancato un sano confronto su come possa evolvere il caffè in Italia. Un percorso che crei valore, che sia sostenibile e che punti a includere nel nome della qualità.
Lettera firmata