giovedì 19 Dicembre 2024
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The House of Coffee: ecco la prima scuola di formazione a Itri per baristi, una vera casa per coffeelovers

I fondatori: "Abbiamo scelto di chiamarlo così da un’idea di Patrick, che voleva proprio collegarsi e valorizzare la forma dell’appartamento. Abbiamo voluto creare una scuola, ma con l’accoglienza di casa. Dando al cliente finale un senso di appartenenza, familiare, oltre che semplice formazione"

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ITRI (Latina) – Patrick e Roberto Sinapi con Simone Giordano: tre coffee expert che hanno unito le forze come si suole dire, per aprire la prima scuola di caffè specializzata di Itri, in provincia di Latina. Il primo è micro roaster, consulente di caffetteria e co-proprietario di Bix Cafè insieme a Roberto. E poi c’è Simone, trainer autorizzato Sca per le categorie barista e brewing e consulente bar: il curriculum non mente e promette bene per chi vorrà affidarsi al loro progetto formativo, The House of Coffee.

The House of coffee: ma come è nata l’idea di aprirne una proprio a Itri? Ce n’era bisogno?

Simone è il primo a parlare: “Assolutamente sì. Noi ci collochiamo proprio tra Roma e Napoli, che sono già state coinvolte da una coffee revolution ed in questo siamo in ritardo rispetto alle grandi città. Patrick e Roberto hanno aperto l’unica caffetteria specialty della zona. Sono dei micro roaster del loro stesso caffè, mentre io sono l’unico trainer Sca del posto. Abbiamo deciso insieme di dare struttura a qualcosa che potesse provocare una crescita maggiore qui, sia per il consumatore che per i professionisti. Oggi non si può dare più per scontata la professione del barista, c’è bisogno di una figura maggiormente formata.

Abbiamo inoltre scelto di non avere torrefazioni alle spalle, per non creare conflitti di interesse, e perché il nostro obiettivo resta quello di istruire il barista in modo da permettergli di far emergere il meglio dal proprio blend, a prescindere di quale fornitore sia. “

Tra i partner di The House of Coffee, BWT per filtrare l’acqua, l’azienda pulyCAFF per i prodotti di pulizia, e infine Quamar per i macinacaffè

Intervengono Patrick e Roberto “La scuola è situata al piano superiore della caffetteria e qui insegniamo a chi si iscrive cosa si può fare sul campo. Noi gestiamo una caffetteria specialty che non ha però abbandonato la tradizione italiana. Il nostro lavoro si concentra sul caffè, con predominanza delle miscele.

Lo specialty è un valore aggiunto in più che comunichiamo al cliente affezionato e a chi vuole scoprire nuovi gusti oltre le classiche miscele. Ne proponiamo 4 platinum e poi facciamo ruotare 3 o 4 specialty con un macinino monodose che prepariamo su richiesta. Anche il caffè filtro sta prendendo piede. È ancora una nicchia, ma noi cerchiamo di portare avanti tutti i protocolli Sca.”

Che cosa proponete nella vostra offerta formativa?

“I corsi dedicati agli addetti ai lavori si concentrano sulla meccanica del lavoro, del servizio, dell’accoglienza, e quindi sul barista. Poi seguiamo i protocolli Sca: l’introduction to coffee, barista skills, brewing. Appoggiati dall’aiuto anche di esterni, riusciamo a coprire così tutto il panorama Sca.

Roberto e Patrick si occupano invece della formazione sulla tostatura, ancora però senza la certificazione Sca. C’è tanto da studiare per far sviluppare The House of Coffee, ma c’è tempo: è partito tutto da poco, a novembre. Tra gli obiettivi della scuola c’è la necessità di creare un punto di incontro per tutti gli amanti del caffè di questa zona e che hanno necessità di un luogo per prepararsi alle gare, alle competizioni anche di latte art o semplicemente ad un colloquio di lavoro per entrare stabilmente in una caffetteria. Allo stesso tempo, vogliamo esser garanti di un servizio essenziale come intermediari tra dipendente e datore di lavoro.

A sinistra, l’allievo Francesco Cristini e a destra Simone Giordano

Oggi c’è una carenza di personale, sia formato che da formare. Il nostro obiettivo è quello di occuparci di una prima scrematura dei curriculum per le attività che hanno bisogno di dipendenti. Raccoglieremo le candidature, dando più spazio a chi è già formato, e per chi deve imparare, ci occuperemo di dare loro le competenze. “

Ma anche l’arredamento di The House of Coffee racconta delle storie: ce la spiegate?

“Abbiamo affidato la parte stilistica dell’appartamento di circa 110 metri quadri a due ragazze: Donatella Suprano e Sonia Pucciariello, due artiste della zona. Si sono occupate di allestire i locali da un murales all’ingresso composto da piante di caffè che vogliono riprendere l’origine del chicco, a un arredamento in stile coloniale come nelle farm, mobili costruiti a mano a partire da bancali. Abbiamo fatto in modo di sfruttare l’appartamento, creando la giusta atmosfera.

Da qui il nome The House of Coffee: abbiamo scelto di chiamarlo così da un’idea di Patrick, che voleva proprio collegarsi e valorizzare la forma dell’appartamento. Abbiamo voluto creare una scuola, ma con l’accoglienza di casa. Dando al cliente finale un senso di appartenenza, familiare, oltre che semplice formazione. Cerchiamo di creare il desiderio per le persone. Era il salone, per barista/brewing, la cucina come zona roastery e un piccolo studio. La stanza che ora rimane fuori diventerà una zona per conferenze, incontri, eventi.”

Che barista volete che esca dalla vostra scuola?

“Innanzitutto una persona consapevole di quello che fa e che riesca a creare una connessione empatica col cliente che si ottiene solo con conoscenza della materia prima e della professione. Che viene da una formazione che pensa ad insegnare soprattutto l’accoglienza. Ci sono persone che hanno interesse ad ascoltare e altri che invece vogliono solo consumare un espresso al volo: noi cerchiamo di insegnare una capacità simpatica nei confronti di chi entra nella caffetteria.

Noi simuliamo le condizioni di lavoro, e di comunicazione della bevanda. Stiamo cercando di organizzare un piano da febbraio in poi, con corsi di bar management, includendo tutte le attività, comprese lo sviluppo delle competenze gestionali. Non basta più oggi alzare semplicemente la serranda. Aprire un locale è più complesso di quanto si crede.”

Costi e programmi

“Per quanto riguarda i protocolli Sca siamo omologati alle altre realtà italiane dal punto di vista dei prezzi. Ovviamente si oscilla: per la formazione e consulenza nel creare un team, affiancandone il servizio, il prezzo finale sarà differente. Il nostro obiettivo è di formare persone, lo staff, stando loro vicino per monitorare il loro apprendimento. Le masterclass sono principalmente dei corsi flash, come quella di due giorni di latte art con Manuela Fensore e Carmen Clemente, in cui c’è stata la possibilità di decidere se partecipare a una o entrambe le giornate, raggiungendo comunque ottimi risultati.

Durante la masterclass di latte art con le campionesse dietro la mascherina

Come avete pensato di organizzarvi nel caso The House of Coffee dovesse spostarsi online causa pandemia?

Patrick spiega: “Il pensiero ci ha sfiorato ovviamente. In realtà, prima del Covid, avevamo già idea di fare dei video corsi per barista/bar e comunicare la professionalità nel mondo digitale, La parte digitale può supplire momentaneamente, ma la pratica è la migliore formazione. Abbiamo delle idee che nel caso svilupperemo più in là con The House of Coffee. Adesso siamo in trincea a combattere dietro al banco. Per scaramanzia,
speriamo di non dover mai attuare questo progetto online. “

Potete contattare i fondatori di The House of Coffee all’indirizzo email thehouseofoccofeeitri@gmail.com e al numero di telefono:324 837 16 12. Presto ci sarà anche il sito a disposizione.

Intanto, al link seguente, la panoramica virtuale della scuola: si può andare su internet ed entrare digitalmente nella The House of Coffee.

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