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martedì 05 Novembre 2024
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The Guardian: “FICO, il cibo italiano in un megamart americano piazzato a Bologna”

"Wholefoods pompato di steroidi". Per la giornalista del quotidiano britannico, Farinetti ha evocato "una visione distopica del futuro, piuttosto che un omaggio al ricco patrimonio italiano"

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BOLOGNA – “FICO Eataly World (nella foto sopra l’ingresso stradale) apre, ma lascia l’amaro in bocca”. Parola di “The Guardian”, il quotidiano britannico che si chiede se il parco agro-alimentare non sia piuttosto “un tradimento alla gastronomia italiana”.  L’articolo di Sophia Seymour, che all’inaugurazione c’era e che l’Italia la conosce perché ha frequentato anche l’università di Napoli, è critico. Quanto basta nei confronti del progetto poiché presenterebbe la cultura alimentare italiana in un modo “non italiano”.

“Dopo aver vagato per i vicoli del Mercato di Mezzo di Bologna, pieno di locali e negozi di alimentari a conduzione familiare, i visitatori possono prendere un bus navetta davanti alla stazione per raggiungere in 20 minuti Fico Eataly World”. Ma si cerca di dare senso a un progetto che parrebbe “in diretto contrasto con il fascino tradizionale della gastronomia italiana. Il piacere di vagare per i mercati contadini nelle piazze rinascimentali, o assaggiare le delizie dei piccoli produttori delle città collinari”.

E rincara la dose: “Entrare in Eataly significa entrare in quello che può essere descritto come un megamart in stile americano, Wholefoods (supermercati bio americani – ndr) pompato di steroidi”.

Per Seymour “può essere lodato come un museo interattivo e un centro educativo “. Ma “la quantità di ristoranti e bar e il modo in cui i visitatori sono guidati, come in un aeroporto, mettono in risalto la cultura del consumo di massa alla base del progetto”.

In pratica una “tensione tra il vecchio e il nuovo, in cui le pratiche tradizionali sono esibite in uno spazio che sembra inadatto”.

Un caffè contro il sovraccarico sensoriale

“Prima di lasciare il parco, ho preso un espresso, perché – proprio come dopo una gita a Ikea – il mio corpo era assalito da un sovraccarico sensoriale.

La giornalista ha sottolineato che “anche se Eataly vuole celebrare la storia della cultura alimentare italiana lo fa in un modo decisamente non italiano”.

“Ho guardato la mozzarella fatta sotto i fari, ho visto mangiare una cucina di qualità – con stelle Michelin. Mentre gli acquirenti sfrecciano su tricicli sponsorizzati. Questo mi fa pensare che Oscar Farinetti abbia evocato una visione distopica del futuro. Piuttosto che un omaggio al ricco patrimonio e alla cultura del cibo italiano”

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