lunedì 23 Dicembre 2024
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I ristoratori con Fipe, protestano sul metodo di pagamento The Fork

“Le nuove condizioni imposte da The Fork - aggiunge Cursano - sono assolutamente irricevibili: invece di aumentare la liquidità a disposizione delle imprese e ridurre i costi, fanno l’esatto contrario. Si tratta insomma di balzelli insostenibili, che arrivano in un momento di particolare difficoltà per migliaia di ristoratori”

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ROMA – Cresce la protesta tra i ristoratori per le nuove condizioni contrattuali imposte da The Fork agli esercizi convenzionati. A partire dal 7 ottobre prossimo, infatti, i ristoranti che utilizzano la piattaforma di prenotazioni on line saranno obbligati ad accettare The Fork Pay, il nuovo sistema di pagamento introdotto da The Fork.

Peccato però che le condizioni di pagamento non presentino alcun vantaggio ma solo maggiori costi per i ristoranti: da un lato sono previste commissioni medie del 3%, ben più alte rispetto a quelle delle carte di credito e dei bancomat. Dall’altro prima di vedersi accreditare gli incassi sui conti correnti, i ristoratori sono costretti ad attendere diversi giorni.

The Fork non incontra il favore dei gestori

“Nelle ultime ore – racconta il vicepresidente vicario di Fipe – Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, Aldo Cursano – tanti nostri soci ci chiamano preoccupati per stigmatizzare il comportamento di The Fork che, in via del tutto unilaterale, li obbliga ad accettare il nuovo sistema di pagamento. Noi non siamo contrari all’innovazione ma questa non può essere imposta. Anzi il fatto che ai ristoranti non si lasci possibilità di scegliere la dice lunga sui reali benefici che il nuovo sistema porterebbe alle imprese. La federazione sta approfondendo tutti i profili legali di questa operazione per valutare ogni possibile azione a tutela dei soci”.

“Le nuove condizioni imposte – aggiunge Cursano – sono assolutamente irricevibili: invece di aumentare la liquidità a disposizione delle imprese e ridurre i costi, fanno l’esatto contrario. Si tratta insomma di balzelli insostenibili, che arrivano in un momento di particolare difficoltà per migliaia di ristoratori”.

 

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