di VIVIANA ATTARD
Solitamente Londra non è conosciuta nel mondo come il posto migliore per berne uno decente. Stereotipo vuole che qui si beva thé, possibilmente alle cinque, in una di quelle tazzine biache di porcellana. O per i più estrosi, in quelle a fiori.
Per questo, la prima volta che ho messo piede sul suolo inglese nel 2006 per un lungo periodo, ho avuto il mio bel da fare a cercare di perpetuare le mie vecchie abitudini del caffè al bar.
Da fanatica quale sono, ho cercato di evitare tutte le catene che c’erano all’epoca come Costa coffee, Cafê nero, e Starbucks. Ma dieci anni di ottimo caffé in quasi ogni angolo di Trieste (Espressamente Illy in Via Delle Torri ha fatto parte della mia routine quotidiana per una decade) mi hanno fatto diventare molto esigente.
Uno shot di espresso bruciato, o una sua variate con aggiunta di panna, caramello e altre schifezze varie in un bicchiere di carta non hanno la stessa allure di un buon Espresso o Capo in B.
Con questa intransigenza, la mia vita londinese a base di caffeina in quel periodo subì un brusco arresto. E mi convertì per tutta la durata del mio soggiorno a Earl Grey con latte.
Quando venne il momento di trasferirmi di nuovo due anni fa, uno dei miei più grandi drammi – a parte dire addio a Trieste e la mia vita lì – fu quello del caffé.
Mi sbagliavo.
Negli ultimi anni, la città – ma anche altri maggiori centri inglesi – hanno registrato un incremento vertiginoso in caffetterie indipendenti che qui vengono chiamate ’artisanal coffee places’ (caffetterie artigianali) in contrapposizione alle orribili catene che tutti conoscono. Attualmente 1 persona ogni 5 bevitori di caffé abituali va al bar ogni giorno, in contrapposizione con le stime del 2009 dove solo 1 persona su 9 frequentava giornalmente il bar.
Con esse, é nata e si é sviluppata anche una nuova cultura del caffè fatto di diversi tipi di tostature, rituali, professionalità e persino un festival, The London Coffee Festival, che tra 250 produttori di caffe, dimostrazioni di baristi di fama mondiale, musica, esibizioni e DJ setdal 2011 attira più di 20mila visitatori.
La professione di barista esperto è molto richiesta, e di solito i migliori lavorano nelle più conosciute caffetterie della città. Misteriosamente, il caffè migliore si trova nella zona dove si ritrovano gli Hipster: Shoreditch ( a dieci minuti a piedi da Liverpool Street). Fatta eccezione di qualche indirizzo in centro.
Detto questo, ci sono dei ma: 1. il costo, che come tutte le cose a Londra è spropositato; 2. l’Espresso non è il forte di quasi nessuno di questi posti.