FIRENZE – Il secondo incontro con i caffè di eccellenza “Tendiendo puentes: El Cafè de El Guatemala”, che si è svolto nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ha conquistato l’attenzione e l’interesse di tutti gli intervenuti grazie ai temi trattati (sostenibilità e qualità), all’eccellente qualità dei caffè presentati (provenienti dalle otto regioni caffeicole del Guatemala) e all’alto livello dei relatori intervenuti all’appuntamento formativo.
Nella sessione di apertura hanno preso la parola con i saluti di rito il Direttore Generale dell’Istituto Giovanni Totino, il Vice-direttore della Direzione Generale alla Cooperazione per lo sviluppo della Cooperazione Italiana Luca Maestripieri, l’Assessore all’Educazione del Comune di Firenze Cristina Giachi, l’Ambasciatrice del Guatemala in Italia Stephanie Hochstetter, il Segretario dell’Istituto Italo Latino Americano Josè Luis Rishausi e il Presidente del Comitato Italiano del Caffè Patrick Hoffer.
Nella prima sessione di interventi ha preso la parola Mauricio Galindo in rappresentanza dell’International Coffee Organization, Ente supremo del caffè a livello mondiale, con sede a Londra, che in qualità di responsabile economico ha sottolineato l’importanza e la forza che rivestono le associazioni e le cooperative di piccoli produttori di caffè di qualità nelle aree di produzione.
Lo stesso Josè Luis Rishausi, nella veste di responsabile economico dell’Istituto Italo Latino Americano, ha evidenziato l’importanza di rafforzare la governance di questi gruppi di uomini e di donne, in un’ottica di valorizzazione del prodotto “caffè” ed del loro territorio.
Nella seconda sessione Massimo Battaglia, referente del programma caffè dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare in Centro America, ha magistralmente illustrato i risultati del Programma Cafeycaffè, che viene realizzato nei Paesi centro americani, con i contributi della Cooperazione Italiana, del Common Found for Commodities, dell’IILA, della Fondazione Slow Food per la Biodiversità e dei nuovi alleati rappresentati dal Comitato Italiano del Caffè e dell’Associazione Cafè Latino.
Il programma è un esempio concreto di sviluppo sostenibile che ha visto realizzare il collegamento diretto fra i piccoli produttori di caffè centro americani ed alcuni torrefattori italiani in un’ottica di catena corta. I caffè centro americani sono attualmente commercializzati in Italia con grande apprezzamento da parte degli amanti del caffè mono-origine di alta qualità.
Andrea Amato, della Fondazione per la Biodiversità Slow Food, ha ulteriormente sottolineato l’importanza del “Buono, Giusto e Pulito” applicato al prodotto caffè, sia in fase di produzione che di “processamento” del caffè, che di commercializzazione del prodotto stesso: la figura del produttore è elemento centrale, essendo esso stesso primo ed unico gestore della qualità oltre che dell’identità del prodotto nell’ambito del proprio sforzo produttivo.
Nella terza ed ultima sessione due tecnici dell’Associazione Nazionale del Caffè del Guatemala (Anacafe) hanno efficacemente illustrato la situazione della politica caffeicola del proprio Paese, evidenziando contestualmente le eccellenze produttive specifiche delle otto regioni caffeicole guatemalteche, descrivendone poi con evidente passione le caratteristiche degli altrettanti caffè di altissima qualità.
Giacomo Celi, responsabile dell’acquisto del caffè verde della Illycaffè ha messo in risalto l’importanza del caffè del Guatemala nella composizione segreta della “famosa” miscela Illy.
Infine Barbara Borra della Fondazione Milano Expo 2015 ha spiegato come sarà organizzata la manifestazione lombarda con particolare riferimento al padiglione del Cluster caffè che vedrà presenti tutti i Paesi Centro Americani con i loro caffè di eccellenza.
Sponsor tecnico dell’evento realizzato nelle prestigiose sale e nei giardini dell’Istituto fiorentino è stata la Tecnosistemi che ha presentato la propria tecnologia applicata al monitoraggio delle coltivazioni di alto reddito.
I caffè del Guatemala sono stati degustati durante la mattinata “in filtro” e durante il pomeriggio “in espresso”, nel nuovissimo laboratorio del caffè realizzato nello splendido giardino storico dell’Istituto Fiorentino.
NOTIZIE UTILI:
I caffè del Guatemala (Acatenango Valley, Antigua Coffee, Traditional Atitlán, Rainforest Cobán, Fraijanes Plateau, Highland Huehue, New Oriente e Volcanic San Marcos) si caratterizzano per l’aroma, la piacevole acidità, il corpo ben marcato e la delicata dolcezza di una combinazione di gusti bilanciati. In ognuna delle otto regioni questi elementi si fondono in un modo speciale, dando come risultato profili di tazza di rara raffinatezza.
Le regioni del caffè del Guatemala
Acatenango Valley: al seminario “Tendiendo Puentes” è stata presentata la prima denominazione di origine del Guatemala, ovvero “il caffè di Acatenango”. Acatenango Valley è stata identificata recentemente come “regione produttrice di caffè di qualità”; in quest’area è stato creato un “bosco artificiale” appositamente per
le coltivazioni del caffè. In tazza, il caffè di Acatenango Valley è caratterizzato da un marcato grado di acidità, un aroma fragrante, un corpo bilanciato e pulito con un retrogusto persistente.
Highland Huehue: “Highland Huehue” è una regione nella quale i venti secchi e caldi provenienti dal “versante messicano” proteggono il territorio dalle gelate, permettendo la coltivazione del caffè dai 1.500 fino ai 2.000 metri di altitudine. Il caffè che nasce in questa regione restituisce in tazza una fine e intensa acidità, un corpo pieno e piacevoli note vinose.
Traditional Atitlán: fra le cinque regioni vulcaniche del Guatemala, il suolo di Atitlán è il più ricco di materia organica: il 90% di questo caffè viene coltivato sulle pendici dei vulcani che dominano i confini del lago Atitlán. I venti di questa regione che agitano quotidianamente le acque del lago, generano un microclima che influisce su tutto il processo di lavorazione.
Il caffè proveniente da questa regione è deliziosamente aromatico con pronunciata acidità “agrumata” e corpo pieno.
Antigua Coffee: questa regione è caratterizzata dalla presenza di due vulcani attivi che tuttora emettono ceneri vulcaniche, appunto, che vanno poi ad arricchire il terreno di minerali; il suolo è ricco inoltre di pietra pomice, cosa che favorisce la conservazione dell’umidità compensando così la scarsità delle piogge. Il caffè che se ne ricava in tazza è elegante, ben bilanciato, particolarmente dolce e con uno squisito aroma.
Rainforest Cobán: in questa regione piovosa e fredda durante tutto l’anno, la maggior parte del caffè si coltiva sulle pendici delle montagne. Il caffè di Rainforest Cobán in tazza presenta spiccate note fruttate, corpo fine e bilanciato e un piacevole aroma.
Fraijanes Plateau: questa è una regione vulcanica caratterizzata da precipitazioni abbondanti, variazioni di umidità e da un’ampia gamma di temperature. Non ostante le nebbie frequenti, la rapida evaporazione permette che il caffè possa essere essiccato al sole. In tazza il caffè proveniente da questa regione è aromatico, con un corpo ben definito e presenta un grado di acidità pronunciato e persistente.
New Oriente: Tutta quest’area si caratterizza per i suoli di origine vulcanica, composti principalmente da roccia metamorfica. Fin dal 1950 il terreno è stato coltivato quasi esclusivamente da piccoli produttori. Il caffè proveniente da questa regione è bilanciato, corposo e con note di cioccolato.
Volcanic San Marcos: è la regione più calda e piovosa dove la stagione delle piogge inizia prima rispetto alle altre regioni favorendo, così, una fioritura precoce della pianta del caffè. Il caffè proveniente da Volcanic San Marcos presenta in tazza delicate note floreali, è aromatico con un elevato gradi di acidità ed ha un buon corpo.
IL CAFFÈ E IL GUATEMALA, ALCUNE CURIOSITÀ :
Sono i sacerdoti gesuiti a portare le prime piante di caffè in Guatemala (1700) che però vengono ancora usate come piante ornamentali dei giardini nei monasteri.
Le esportazioni guatemalteche nel XIX secolo erano trainate da due tinture naturali (ottenute dalla pianta dell’anile e dalla cocciniglia); tuttavia durante la prima metà del secolo, vari fattori (prima una grande invasione delle cavallette che devastò le piantagioni di anile, poi l’invenzione delle tinture sintetiche) eliminarono i due principali prodotti esportati dal Paese.
Vista la situazione, il Governo iniziò progressivamente a offrire incentivi per la coltivazione del caffè; tale politica, intrapresa sin dal 1835, condusse nel 1859 a realizzare la prima produzione di caffè destinata al commercio (383 sacchi di 60 chili) la quale fu quasi interamente inviata in Europa. Nel 1860 la produzione si triplicò fino a raggiungere 1.117 sacchi e l’industria del caffè in Guatemala decollò.
Nel 1880 il caffè è diventato il prodotto agricolo maggiormente esportato in Guatemala, raggiungendo più dell’80% del valore totale delle esportazioni.
Giunti al secolo scorso, man mano che i mercati crollarono durante la crisi del ’29, le esportazioni del caffè per la prima volta si ridussero. La seconda guerra mondiale bloccò i mercati europei e conseguentemente le esportazioni del caffè caddero riprendendosi solo dopo la guerra.
Nel 1960 Anacafè (Asociación Nacional del Café) inizia la sua attività di “Oficina Central del Café” e negli anni ottanta inizia a promuovere i “caffè regionali” le cui peculiarità relative alle specifiche provenienze suscitano sin da allora un grande entusiasmo sul mercato.
Fonte: Anacafe – con contributi tratti dal libro “La historia del café de Guatemala”, Regina Wagner