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venerdì 22 Novembre 2024
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TENDENZE – Questa estate si diffonde la moda dello “slow gelato”. È un nuovo modo di intendere il consumo dell’alimento anticaldo per eccellenza

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MILANO – Pistacchio, nocciola, cioccolato: ogni gusto va bene. Basta che sia fatto con latte fresco di alta qualità, prodotti del territorio e sapienza artigianale. Gelato fa rima con estate e l’amore degli italiani per coni, coppette e gusti assortiti non conosce posa. Un dolce che ormai ha preso il nome di Slow gelato.

Slow gelato, un nuovo modo per intendere il consumo del dolce alimento

Nasce oggi una nuova versione dell’ice cream. Nella frenesia eno gastronomica che pare imperversare in questi anni dalla tv alle librerie, dai corsi amatoriali ai presidi per intenditori, .

Uno studio promosso da Antica Gelateria del Corso, realizzato attraverso la raccolta di dati e ricerche; affiancato da un monitoraggio online mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) sui principali social network – Facebook, Twitter, YouTube – blog e community interattive. Ha ricostruito una panoramica del modo di concepire il gelato oggi.

Cosa dicono i dati raccolti

E’ emerso che 94% degli italiani ritiene il gelato l’alimento estivo per eccellenza. (fonte Aidepi, Associazione delle industrie italiane del dolce e della pasta, 2013). Un rito da consumare durante una passeggiata (33%), comodamente seduti all’aria aperta (25%); o intenti ad ammirare un paesaggio o un panorama (19%). Con lo “Slow gelato”, il gelato diventa quindi sinonimo di un momento di gusto e di piacere da condividere con gli amici o con il partner, fuori e dentro casa.

La costante ricerca del gelato autentico

Non basta, però, dire cono per dire gelato e si scopre che gli italiani sono consumatori attenti e precisi. Amano le materie prime italiane, scelgono sapori tipici del territorio, ricercano benessere e tranquillità attraverso il gusto.

Viaggiando all’estero si scopre che il gelato all’italiana da noi diffuso come il caffè espresso e i cornetti la mattina, è merce rara e costituisce una peculiarità della gastronomia nostrana.

Lo amiamo noi e lo amano i turisti che lo cercano tra le vie delle nostre città turistiche e spesso lo trasformano – formato king size – in un pranzo completo ed equilibrato.

Ma se c’è chi lo consuma distrattamente e chi lo preferisce confezionato, per oltre la metà (53%) degli italiani il gelato rappresenta un rito, tipico della bella stagione.

Lo Slow gelato è un rito che rappresenta il Made in Italy

Secondo altri è un prodotto capace di trasmettere benessere e tranquillità (49%), ambasciatore del gusto made in Italy attraverso le sue tipicità (38%). Per alcuni (31%) rappresenta un dessert che può essere consumato in qualsiasi periodo dell’anno. Cosa ricercano gli italiani quando assaporano un gelato? Principalmente gusti rinfrescanti e con un forte legame con il territorio d’appartenenza (31%).

Sta, quindi, diffondendosi una nuova maniera di scegliere il gelato, un bisogno non più dettato solo dalla necessità di consumare qualcosa di fresco (22%) e che abbia un buon sapore (17%).

Il concetto di Slow gelato comprende una nuova modalità di consumo, più attenta e consapevole

“Possiamo parlare di Slow gelato in quanto sempre più italiani oggi ricercano gusti di sicura provenienza e legati al Made in Italy; oltre che più rinfrescanti dal punto di vista metabolico. –afferma la psicologa esperta d’alimentazione Emanuela Scanu.

– Un buon gelato, realizzato con gusti legati alla storia e alle tradizioni di alcune aree geografiche, può dare benessere a livello psicologico; legato alla complessa sfera di sentimenti, ricordi e implicazioni identitarie derivanti dal valore affettivo di un certo gusto.

Nella ricerca delle materie prime, ci sono gusti appositamente studiati, in quanto la combinazione di alcuni sapori risulta capace di stimolare delle particolari aree del piacere.Oggi poi, è curioso notare l’apertura a nuovi sapori e gusti particolari come basilico, prezzemolo, ortaggi. Anche questo può risultare appagante dal punto di vista psicologico”.

I gusti più amati? Ai primi posti troviamo il pistacchio di Bronte (65%), la panna fresca prodotta con il latte di montagna (58%), la nocciola del Piemonte (53%) e, neanche a dirlo, il limone di Sicilia (49%).
Fonte: Panorama

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