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sabato 02 Novembre 2024
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La rivoluzione verso la qualità: miscele e aromi pregiati per la pausa caffè

Idoli della nuova era sono i baristi. Figure quasi taumaturgiche che riescono a trasformare quei cinque minuti di break in un paradiso. Per loro, e per il crescente esercito di appassionati, c’è anche l’Università del Caffè Illy con 24 sedi nel mondo. Campione italiano di caffetteria è, e perla terza volta, il salentino Francesco Sanapo che rappresenterà l’Italia al campionato mondiale del caffè in programma a Melbourne (Australia) alla fine di maggio

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MILANO — Su La Repubblica è uscito un articolo dedicato alla recente tendenza che ha trasformato la pausa caffè, anche se non sempre, nell’incontro con una tazzina d’autore. Un po’ come una seconda vita del caffè: amato in tutto il mondo, il miglior amico della pausa si rinnova. Non solo la tazzina fumante del bar, ma le cialde bio, la miscela arabica pregiata, l’espresso casalingo, l’abbinamento con il cioccolato o il bibitone di Starbucks. Da degustare come un bicchiere di vino. Una sorta di caffè gourmet.

Tazzina d’autore: idoli della nuova era sono i baristi

Figure quasi taumaturgiche che riescono a trasformare quei cinque minuti di break in un paradiso. Per loro, e per il crescente esercito di appassionati, c’è anche l’Università del Caffè Illy con 24 sedi nel mondo. Campione italiano di caffetteria è, e per la terza volta, il salentino Francesco Sanapo che rappresenterà l’Italia al campionato mondiale del caffè in programma a Melbourne (Australia) alla fine di maggio.

«Oggi un barista deve conoscere la filiera, la tostatura, la preparazione. Un lavoro che va molto oltre la semplicità della tazzina ma che in Italia non è ancora riconosciuto». In Australia ogni barman avrà a disposizione 15 minuti ma Sanapo concentrerà tutto il talento nella degustazione: «Dobbiamo preparare 4 cappuccini, 4espressie 4 bevande a base espresso senza alcol e io mi gioco tutto in 60secondi. Per prepararmi sono stato un mese in Costa Rica a contatto con un agronomo ed ho studiato la maturazione del frutto».

Ma più ancora degli italiani, di caffè più o meno di tendenza, ne vanno ghiotti i finlandesi, gli svizzeri e persino i tedeschi

Così si riscopre che siamo al sesto posto nella classifica dei consumi mondiali di caffè. In ben cinque paesi nel nord Europa se ne beve più. Se ne parla fino a domenica al London Caffè Festival. Un raduno di quasi 200 marchi internazionali per raccontare le fragranze di un mercato fatto di 66 miliardi di tazzine consumate ogni anno nel mondo. Solo in Italia sono 41 milioni quelli che, senza caffè, non riescono neppure a ragionare e ne divorano 5,75 chili l’anno.

Tanti. Ma molti meno della dose di ogni finlandese che è quasi il doppio: 10,58chili. «Il forte consumo nei paesi nordici si spiega per due motivi», dice Andrea Illy, presidente di Illy e membro dell’International Coffe Organization, «è associato ai ritmi circadiani di chi vive due terzi della giornata al buio e ha più bisogno di stare sveglio. In più il caffè mitiga gli effetti dell’alcol che è più diffuso che da noi».

Longitudini a parte la passione per la tazzina d’autore si spiega così:

«C’è il piacere socio sensoriale associato alla “caffè experience” un mix di caffè gourmet, tecnica nel servirlo e design degli oggetti». Non solo. «Fa bene alla salute ed è dimostrato che ha effetti benefici sul sistema nervoso centrale. È anti-ossidante e benefico nel caso di diabete ed Alzheimer». E, infine, soddisfa le coscienze più eco: «Il caffè è sostenibile perché produce meno emissione di carbonio, consumi di acqua e non lascia residui tossici».

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