mercoledì 22 Gennaio 2025

SEGRETI – Un tè perfetto si fa con acqua filtrata e temperatura sotto i 100 °C

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MILANO – Il tempo è come l’acqua, scorre senza fine, avverte un detto cinese. E ancora: una frazione di tempo è come una pepita d’oro, ma l’oro non vale abbastanza per acquistare un po’ di tempo. Nell’antica Cina il tempo aveva un grande valore: ogni occasione va colta, un’opportunità perduta non ritorna.


Questo pensiero si riflette proprio nella raccolta del tè, in cui il tempo gioca un ruolo essenziale: alcuni giorni prima dell’arrivo delle piogge, le foglie esprimono la loro massima intensità, ma se si raccolgono troppo tardi diventano semplici foglioline verdi senza valore.

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In questo processo l’acqua svolge una funzione indispensabile. Nella giusta quantità, irriga le pianticelle, le nutre, ne sviluppa le qualità aromatiche.

E anche al momento dell’infusione, il tempo e l’acqua tornano a giocare un ruolo essenziale. Il tè infatti può essere rovinato da una lunga infusione o da un’acqua inadatta (così come anche il miglior tè, infuso in una teiera poco usata o servito in un bicchiere di carta, non darà lo stesso piacere).

Già durante la dinastia Tang (618-907 d.C.), il poeta Lu Yu e i suoi colleghi si cimentavano in vere e proprie degustazioni dell’acqua, durante le quali se ne stabiliva la provenienza e la temperatura più adatta.

Sapevano che l’acqua è un prezioso ingrediente per far esprimere al meglio il tè e mai avrebbero utilizzato quella dei nostri rubinetti, che spesso contiene troppo cloro.

Dunque è da preferire l’acqua filtrata, leggermente mineralizzata, oppure acqua in bottiglia con pH7, neutro, che possa esaltare il bouquet aromatico del tè. E pure il residuo fisso deve essere basso: infatti un’alta concentrazione di minerali interagisce chimicamente con i composti del tè, alterandone significativamente il gusto. Scelta l’acqua giusta, il secondo passo è il controllo della temperatura.

Nonostante la preparazione del tè all’inglese preveda l’ebollizione dell’acqua, è sconsigliabile l’infusione a 100 °C, soprattutto se si utilizza un tè bianco o un verde pregiato.

L’acqua bollente brucia le tenere foglie e rende l’infuso particolarmente amaro e astringente; in più l’acqua ad alta temperatura contiene meno ossigeno disciolto e questo rende “insapore” l’infuso.

L’ossigeno infatti favorisce il passaggio dei composti aromatici allo stato gassoso e dunque la percezione degli aromi a livello dell’olfatto. E ancora, un’acqua troppo calda uccide gli aminoacidi, presenti in grandi quantità nei tè verdi.

Un tè ben riuscito è quello che presenta un equilibrio tra tannini, aminoacidi e composti aromatici.

Solo la scelta dell’acqua giusta e il controllo della sua temperatura (quella ottimale per l’infusione dei tè verdi è a 70 °C) permettono di gestire questa sottile alchimia… come ben sapevano i saggi cinesi.

 

Fonte: leifoodie.it

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