Il tè è spesso associato all’Inghilterra, ma è l’Asia ad essere il vero fulcro della cultura della bevanda, in particolare Cina e Giappone. Si pensava che il tè cinese fosse un’invenzione dell’augusto Shennong (divinità autoctona) e che venisse usato come medicina: in realtà, l’arbusto del tè era già coltivato nelle aree del Sichuan e in tutta la Cina orientale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Eroica Fenice.
Le origini del tè cinese
MILANO – Al tè cinese vengono associate una serie di proprietà quasi magiche sin dall’antichità. Attorno alla sua invenzione ruotano diverse leggende, tra le più importanti c’è quella di Bodhidarma (in cinese: Da Mo; in giapponese Daruma). Bodhidharma fu il capostipite della scuola buddista Chan, in giapponese Zen.
Dovendo pregare e temprare il proprio corpo ad ogni ora del giorno, accumulò stanchezza e dormì per un’intera notte.
Quasi a punirsi per la stanchezza, decise di recidersi le palpebre e gettarle al suolo. Sorprendentemente, iniziò a crescere un arbusto, le cui foglie avevano proprietà eccitanti, per allontanare la stanchezza; e così nacque il tè, almeno secondo la leggenda.
Questa leggenda è stata adottata anche in Giappone. La Cina, d’altro canto, possiede anche un altro racconto a riguardo.
Si pensava che il tè cinese fosse un’invenzione dell’augusto Shennong (divinità autoctona), e che venisse usato come medicina.
Nella realtà dei fatti, l’arbusto del tè era già coltivato nelle aree del Sichuan e in tutta la Cina orientale. In origine le foglie non venivano infuse al fine di ottenerne una bevanda, ma erano pestate in unguenti medicinali.
Tipologie di tè
Il tè cinese può essere smistato in cinque categorie: tè rosso, tè verde, tè ocra, tè nero, tè bianco. Ognuna di queste categorie è tipica di una regione cinese: lo Jiangnan per il tè verde, lo Yunnan per il rosso, il Guandong per il tè nero, lo Hunan per il tè ocra e il Fujian per il tè bianco.
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