lunedì 23 Dicembre 2024
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Tazzina a un euro e 20: ecco la corsa all’aumento dell’espresso

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MILANO – Aumentare nei bar il costo della tazzina di caffè a 1,20 euro. Il suggerimento arriva dalla Confesercenti di Piacenza che consiglia ai suoi associati un ritocco del listino prezzi a partire da mercoledì prossimo. La motivazione? Continuare a offrire un servizio di qualità ai clienti dopo la crescita dei costi: dalla materia prima all’ energia elettrica. Nei giorni scorsi, si erano registrati aumenti (e polemiche) in altre città come Cremona e Bolzano (1,10 euro). A Milano, dove ogni giorno vengono servite 5 milioni di tazzine, il prezzo oscilla fra i 90 centesimi e 1,20 euro.

Tazzina più cara, qualità più alta

«Un buon caffè va pagato 1 euro – spiega Orlando Chiari, proprietario del Camparino in Galleria – e se le materie prime aumentano dobbiamo essere bravi noi a trattare con i produttori e mantenere i prezzi inalterati». Sul rincaro, le associazioni dei consumatori sono pronte alla battaglia.

«Non è vero che quest’ anno è aumentato il prezzo della polvere di caffè – attacca Carlo Rienzi, presidente del Codacons – e poi voglio proprio approfondire questa vicenda. Se è così ci rivolgeremo all’ Antitrust e alla procura della Repubblica. L’ espresso italiano è un simbolo!». Un simbolo apprezzato in tutto il mondo come conferma il quotidiano americano Washington Post che ha giudicato uno dei migliori in assoluto quello del Caffè Sant’ Eustachio di Roma.

«Il problema dell’ aumento dei costi delle materie prime è nato nel 2010 – analizza Roberto Ricci, comproprietario con il fratello Raimondo del locale romano – e allora abbiamo dovuto rincarare il prezzo a 1,10 euro per mantenere alto lo standard qualitativo».

Non senza conseguenze

«Abbiamo perso tanti clienti nei primi mesi ma pian piano sono quasi tutti tornati perché la qualità premia. Bisogna non esagerare per non perdere clienti e pensare che i guadagni maggiori arrivano dalla ristorazione». Anche la crisi economica ha il suo peso. «Io non trovo giusto scaricare sui clienti gli aumenti delle materie prime – spiega Francesco Massaro, titolare di una catena di bar che ogni giorno a Palermo serve più di un migliaio di caffè – e trovo corretto che il prezzo medio di una tazzina si aggiri sugli 80-90 centesimi. Chiaramente da Nord a Sud il costo della vita cambia ma vista la crisi preferisco mantenere alta la qualità del mio prodotto agli stessi prezzi e pazienza se guadagno meno».

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