martedì 29 Ottobre 2024

Tazzina, il 2018 porta aumenti in tutta Italia. A Torino l’espresso più caro: 1,10 € in media

Emilio Diafora (Federconsumatori): “Rincari ingiustificati per il caffè e tutte le voci dei consumi più significativi e popolari". Luciano Sbraga (Fipe – Confcommercio): “Possibili lievi ritocchi dovuti al costo della materia prima e alla ripresa dell’inflazione"

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ROMA – Nuovo anno e nuovi aumenti per il caffè al bar . L’espresso più caro in assoluto si paga a Torino dove il prezzo arriva a 1 euro e 10 centesimi (+5,77%) ma l’aumento più alto si registra a Roma (+11,96%) rispetto all’anno scorso, dove il caffè costa in media 1,03 euro.

A rilevare la situazione nelle principali città italiane è la Federconsumatori e i dati, diffusi dall’Adnkronos, sono aggiornati all’8 gennaio.

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Il caro tazzina al bar comunque è del 5,95% in media. Sopra il tetto di 1 euro, questione di centesimi, l’espresso è già arrivato in quattro città. Oltre a Torino e Roma, anche a Milano a 1,08 euro (+8%) e Firenze 1,04 euro (+1,96%).

E non si esclude che nel corso dell’anno aumenti altrove. Il primato in basso invece spetta a Napoli, la patria della ‘tazzulella’, con 0,91 euro (+5,81%). Segue Palermo, con 0,94 euro (+2,17%).

“Aumenti ingiustificati”

Aumenti ingiustificati, secondo l’associazione dei consumatori guidata da Emilio Diafora. “Non c’è nulla che giustifichi questi rincari, e non solo sul caffè ma su tutte le voci dei consumi più significativi e popolari”, osserva il presidente Diafora parlando con l’Adnkronos.

E aggiunge: “non mi risulta ci sia una crescita dei redditi con la stessa dinamica”.

“La tassazione aumenta su tutto e si riversa sui consumatori finali” sostiene citando l’aumento delle tariffe, delle bollette, delle autostrade, come dalle cronache di questi giorni.

Di tutt’altro parere sono gli esercenti. Per essi, “la tazzina ha viaggiato intorno a un aumento medio dell’1% nel 2017 sul 2016” come sottolinea Luciano Sbraga, direttore del centro studi di Fipe – Confcommercio.

“Dal nostro osservatorio – sostiene – non abbiamo verificato particolari tensioni per il caffé al bar”. Anche se non esclude che nel 2018 “ci possano essere lievi ritocchi dovuti magari al costo della materia prima, che viene acquistata in dollari, e per un po’ di ripresa dell’inflazione, anche se di dimensione contenuta”.

Forti differenze da città a città

La Fipe comunque segnala prezzi fortemente differenziati da città a città. Il prezzo della tazzina per Sbraga “è quasi sottocosto e se quest’anno ci sarà qualche aumento – prosegue – dell’ordine di 10 centesimi, una cifra tonda, e anche se in termini percentuali è alto, va considerato che i baristi tendono ad aspettare 2-3 anni prima di ritoccare il prezzo del caffè. Anche per la gestione dei resti”.

Piuttosto la Fipe segnala “un’inflazione sostenuta dei prezzi della gastronomia +1,5% e per le pasticcerie e gelaterie addirittura dell’1,7% nel 2017.

Complice la stagione particolarmente calda e una certa ripresa economica con l’aumento dell’occupazione e anche del pasto fuori casa” conclude Sbraga.

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