MILANO – La tazza costituisce da sempre in ogni casa la più comune delle stoviglie per il servizio della mensa. Sin dal Cinquecento, era identificato con il termine tazza un recipiente basso, rotondo; a bocca più larga del fondo. Con o senza coperchio, con o senza manico. A basso piede, generalmente di ceramica.
La tazza per il caffè espresso
Quest’ultima, invece, benché nella forma s’ispiri alla tradizionale tazza grande, è chiamata comunemente “tazzina”.
Questo nome, però – contrariamente a quanto si è portati a credere – non significa “piccola tazza”.
Tazza piccola ma non piccola tazza
Il nome, infatti, deriva dal cognome del suo ideatore, Luigi Tazzini. Il quale, tra il 1896 ed il 1923 – gli stessi anni in cui si diffuse il consumo del caffè espresso – ricoprì l’incarico di direttore artistico della famosa Società Ceramica Richard-Ginori.
La sua formazione pittorica acquisita all’Accademia di Brera lo portò a disegnare e progettare, secondo il nuovo stile Art Nouveau. Allora molto in voga.
Ha creato ben cinque modelli di tazza. Tutti dalla ridotte dimensioni.
Una di queste, con l’aggiunta di un piccolo manico, destinata proprio al consumo del caffè espresso.