ZURIGO – Le esportazioni di caffè della Svizzera superano di gran lunga quelle di prodotti tradizionalmente associati a questo paese, come il formaggio e il cioccolato. La conferma dai dati dell’Associazione svizzera dei negozianti, che ricorda l’importanza di questo prodotto per l’economia della confederazione.
Per quanto riguarda il volume e il valore delle importazioni e delle esportazioni di caffè, già nel 2015, nel rapporto annuale sul commercio esterno della Svizzera, l’Amministrazione federale delle dogane sottolineava come il caffè costituisca un «prodotto faro» con un valore di 2,1 miliardi di franchi (1,91 miliardi di euro).
Le statistiche delle dogane mostrano anche che le esportazioni di caffè sono fortemente progredite negli ultimi dieci anni.
Il merito va soprattutto al boom mondiale del caffè in capsula, di Nespresso è il leader indiscusso, con i suoi tre stabilimenti elvetici di Avenches, Romont e Orbe.
Nestlé ha registrato un fatturato di 91,44 miliardi di franchi (83,11 miliardi di euro) nel 2018, in crescita del 2,1% rispetto all’anno precedente, stando a quanto dichiarato dalla multinazionale con sede a Vevey (Vaud).
Sul fronte delle importazioni, la Svizzera ha acquistato 139.238 tonnellate di caffè, per un valore complessivo di 379 milioni di franchi (344,6 milioni di euro).
I due principali fornitori sono il Brasile (29%) e la Colombia (17%).
Gli svizzeri bevono più caffè degli italiani, infatti la Svizzera non è in cima alle statistiche soltanto in materia di commercio e di produzione, i suoi abitanti sono infatti tra i più grandi consumatori al mondo con oltre 7,9 chilogrammi l’anno che collocano gli elvetici al settimo posto. Sempre secondo le cifre dell’Organizzazione internazionale del caffè l’Italia è soltanto tredicesima con 7,8 chilogrammi l’anno pro capite.
Silvio Vicentini