MILANO – Niente più caffè nelle scorte di emergenza in Svizzera: non offrendo supporto calorico, esso non è “essenziale alla vita” e quindi non merita di essere tra i prodotti di prima necessità che vengono accumulati nelle scorte. Questo perlomeno il parere recentemente espresso dal governo di Berna. Che comunque si pronuncerà in via definitiva sulla materia il prossimo novembre. E da qui ad allora non è da escludere un ripensamento, magari a furor di popolo.
Qualora invece il piano del governo dovesse passare, la Svizzera smetterà di accumulare caffè a partire dal 2022.
La Svizzera ha cominciato a fare incetta dei preziosi grani fra le due guerre mondiali per evitare possibili mancanze. E ha continuato ad accumularne nei decenni successivi per avere scorte nel caso di eventi bellici, epidemie o disastri naturali.
Il sistema svizzero delle scorte di emergenza prevede che 15 aziende tra quelle che producono, importano e vendono caffè tengano da parte, per legge, riserve di chicchi di caffè. Tra queste naturalmente c’è anche la Nestlé.
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