MILANO – SupPlant, da Cambridge, crea un nuovo tipo di zucchero che unisce il super potere dolcificante di una soluzione artificiale come l’aspartame, e l’aspetto più salutare e green dell’origine vegetale. La startup ha fatto centro, al punto da aver ottenuto per ora più di 24 milioni di dollari per finanziare la sua produzione. Leggiamo la notizia dall’articolo di Pasquale Agizza su dday.it.
SupPlant rivoluziona il mondo dello zucchero
Un nuovo tipo di zucchero di derivazione vegetale, che associ le proprietà dei dolcificanti artificiali – tipo l’aspartame – ma che sia, appunto, di origine vegetale e sostenibile. È questa la missione di SupPlant, la start-up nata in seno all’università di Cambridge che ha ottenuto già oltre 24 milioni di dollari di finanziamento.
Secondo quanto dichiarato dall’azienda, la necessità di pensare ad un sostituto “sano” del normale zucchero bianco estratto da barbabietola o canna da zucchero nasce fondamentalmente da due punti: il primo è che lo zucchero è considerato un prodotto non sano, visto che può essere concausa di diverse patologie come iperglicemia, obesità, danni vascolari e diabete.
La seconda parte del problema riguarda la sempre più crescente deforestazione conseguente ad una richiesta mondiale di zucchero sempre più alta. La coltivazione dello zucchero, poi, è una di quelle che richiede la maggior quantità di acqua.
Zucchero dalle fibre, l’Unione Europea ha già concesso l’approvazione preliminare
Per questo tre anni fa un gruppo di scienziati di Cambridge hanno pensato di creare una società che si occupasse di creare un dolcificante che avesse lo stesso sapore – ma anche le stesse proprietà fisiche – dello zucchero, senza averne le controindicazioni. E che fosse, come detto in apertura, di origine vegetale.
“Produciamo il nostro zucchero dalla fibra, e quindi non dobbiamo estrarre lo zucchero dalla canna da zucchero. Ha la stessa consistenza, massa, caramellizzazione e cristallizzazione dello zucchero, ed anche la stessa quantità di dolcezza prodotta per grammo” ha dichiarato Tom Simmons, uno dei fondatori di SupPlant.
Dopo tre anni, più di venticinque milioni di dollari di finanziamento e un cambio di nome, SupPlant è pronta a portare sul mercato il suo dolcificante, almeno per quel che riguarda l’Europa
Il dolcificante di SupPlant, infatti, ha già ricevuto un’approvazione preliminare da parte dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma. Il prossimo passo sarà quello di ottenere l’approvazione anche dell’omologa FDA americana, così da poter lanciare il prodotto anche negli USA.
I sostituti chimici dello zucchero: saccarina, aspartame ed altri ancora
Come detto, la ricerca di un sostituto dello zucchero è un argomento molto dibattuto da secoli. Già nel diciottesimo secolo, infatti, fu prodotta la saccarina, un composto chimico con un potere dolcificante 450 volte superiore al normale zucchero, ma con un retrogusto fortemente amaro.La saccarina ha perso il trono di dolcificante sintetico di maggior uso quando, ad inizio anni 80, è stata approvata l’entrata in commercio dell’aspartame. Rispetto al normale zucchero ha un potere dolcificante 200 volte superiore, ma a differenza della saccarina non ha nessuno retrogusto. Da anni ormai è il dolcificante sintetico più utilizzato, ma intorno al composto è nato un acceso dibattito circa i danni che potrebbe provocare.
I sostituti naturali dello zucchero: oltre al miele c’è anche la stevia
L’industria dolciaria ed alimentare ha cercato anche in altri componenti naturali il sostituto dello zucchero: basti pensare all’utilizzo del miele o al recente successo della stevia, la piccola pianta coltivata in particolar modo in Brasile e Paraguay. Anche in questo caso, però, ci sono delle controindicazioni: la stevia, ad esempio, cresce solo in climi molto caldi e non resiste al gelo. Inoltre, il dolcificante ottenuto dalla pianta ha un forte retrogusto di liquirizia che deve essere bilanciato in fase di preparazione.
SupPlant nasce quindi per unire il meglio dei due mondi, bilanciando perfettamente la necessità di avere un dolcificante con le stesse caratteristiche dello zucchero ma che non sia creato in laboratorio e sia sostenibile. Una sfida affascinante che potrebbe rendere l’azienda una delle più ricche al mondo, visto che il mercato di zucchero ed affini vale oltre 100 miliardi di dollari all’anno.