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sabato 02 Novembre 2024
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Supermercati: Esselunga imprendibile ma Lidl e Eurospin fanno faville

L’analisi di Mediobanca sui bilanci dei gruppi della grande distribuzione italiana e internazionale: Esselunga è la catena più efficiente per vendite al metro quadrato, ma la redditività operativa di Lidl Italia e di Eurospin è ormai superiore. Coop ringrazia la finanza e i francesi sono un flop

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Se Bernardo Caprotti (FOTO) fosse ancora tra noi, difficilmente sarebbe sorpreso dai dati dell’ultimo report dell’Area Studi di Mediobanca sui maggiori gruppi nazionali internazionali della grande distribuzione organizzata.

Ma di sicuro un ghigno di soddisfazione solcherebbe il suo viso da duro. Esselunga continua a non avere rivali, tra i supermercati italiani, per quanto riguarda l’efficienza.

Se parliamo di ricavi per medio quadrato non ci sono discussioni neanche in Europa: i suoi quasi 16mila euro non sono solo più del doppio della media italiana (con Coop al secondo posto con 6.800 euro) ma sono superiori anche tra i competitor continentali.

Solo Tesco

E solo nei punti vendita nel Regno Unito, tocca i 12mila euro. Insomma, tra crescita del fatturato dal 2011, valore aggiunto, margine operativo lordo e netto, costo del lavoro per unità di prodotto, sembrano, più che competitor, operatori di settori diversi.

Merito di tante attenzioni ai dettagli e anche di una scelta del formato più redditizio: il superstore, capace di remunerazioni per metro quadrato superiore tanto alle superfici più piccole che a quelle più grandi.

Eppure, in questa corsa solitaria di Esselunga, gli ultimi anni mostrano l’arrivo di due veri competitor, dal mondo dei discount, l’altro formato in forte ascesa.

Sono operatori efficientissimi nel tenere il costo del lavoro basso e capaci di ottenere una redditività (Roi, ritorno sull‘investimento) superiore a Esselunga: ben il 20,6% per Eurospin e addirittura il 23% per Lidl Italia, che così superano il 16% di Esselunga.

Per fare un confronto, Coop si ferma al 2,6% e i francesi Carrefour e Auchan vanno in territorio negativo.

Per i gruppi francesi, e soprattuto per Auchan, l’Italia si è dimostrato un boccone davvero indigesto.

Cosa è successo ?

Quello che è successo, tra i supermercati in Italia, si vede meglio se si guardano le serie dal 2011 al 2015. In un lustro, mentre il fatturato complessivo della Gdo italiana saliva del 4,5, Lidl ed Eurospin si equipaggaviano con dei razzi: +43% e +42,9 per cento rispettivamente.

La loro bravura, in termini economici, è stata quella di trasformare questi aumenti di fatturato in redditività. In mezzo c’è un costo del lavoro basso (soprattutto per Lidl), ma anche efficienze gestionali.

I principali punti di forza sono il veloce riciclo del magazzino, il rapido pagamento dei fornitori. La conseguenza è un valore aggiunto netto per dipendente molto elevato (si veda la tabella qui sotto).

È così che dal 2011 Eurospin ha cumulato utili netti per 635 milioni, circa il triplo di Lidl Italia.

Certo, lontani dall’irraggiungile Esselunga (1,1 miliardi di euro), ma anche dai disastri di Carrefour (-2,5 miliardi di euro, con un’inversione di tendenza nel 2015) e di Auchan (-559 milioni, senza inversione di tendenza).

Dati raggiunti anche grazie alla maggiore efficienza di chi, come Esselunga e Lidl, ha solo punti vendita diretti, senza ricorso al franchising.

E le Coop?

Mai come in questo caso è opportuno usare il plurale, perché gli andamenti sono molto diversi. Il Mon di Unicoop Firenze e Coop Adriatica si aggira attorno all’1% del fatturato, per Coop Sicilia e Distribuzione Roma siamo in territrio negativo per oltre il 12 per cento.

Nel complesso il sistema Coop ha chiuso con un fatturato 2015 pari a 10,9 miliardi, una perdita operativa (-0,7% il margine operativo netto sul fatturato), ma con un risultato corrente positivo di ben il 3,1% sul fatturato.

Com’è possibile?

Grazie al contributo della gestione finanziaria, che pesa per ben il 3,8% del fatturato.

Lo studio di Mediobanca, però, in questa edizione non si è limitato a guardare gli operatori presenti in Italia.

Sono messi sotto la lente tutti i giganti internazionali, dall’americana Wal Mart alla britannica Tesco, passando per la francese Casinò, per la tedesca Rewe e per il nuovo gruppo belga-olandese Ahold-Delhaize.

Proprio l’olandese Ahold, tra tutti, ha dei valori di efficienza simili a Esselunga.

E chissà che un eventuale nuovo partner o padrone del gruppo orfano di Bernardo Caprotti e per il momento rimasto stand-alone, salti fuori da uno dei gruppi analizzati dalla banca di investimenti milanesi.

Fabrizio Patti

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