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venerdì 22 Novembre 2024
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Super latte, ecco la nuova tendenza da bere anche al bar con il cappuccino

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MILANO – “Un caffellatte scremato senza schiuma fatto con caffè doppio e tre caffè alla napoletana roventi con spazio per il latte”… Non è uno scioglilingua, è semplicemente (!) un “latte” nella veste in cui lo pretende, tutti i giorni e nel formato large, un’ineguagliabile Meryl Streep (Miranda Priestly) ne Il Diavolo veste Prada.

Cugino ormai lontanissimo del cappuccino italiano, il “latte”, anzi i lattes sono da tempo un punto fermo nelle caffetterie di mezzo mondo.

Starbucks insegna. E a quei pochi che ancora si chiedono quale differenza corra fra un cappuccino e un “latte”, rispondiamo che, a detta di chi ne fa materia di disamina, è innanzitutto una via di mezzo fra un caffellatte e un cappuccino e che in quest’ultimo è minore la quantità di latte schiumato.

Poi, però, ci sono le variazioni sul tema, come quelle ad esempio che prevedono il tè (ma non uno qualunque: i ricercati yerba mate o matcha ad esempio) al posto del caffè o che aggiungono uno “shottino” di spezie (noce moscata, zenzero o cardamomo).

O sciroppi dolci (di vaniglia ma anche di acero, stevia, agave, riso…), che nel cappuccino non sarebbero ammessi.

E “variazioni sul tema” potrebbe essere la chiave di lettura di una new entry nel mondo dei lattes, ovvero l’ultima scelta cult in fatto di bevande più o meno cremose, più o meno schiumate e soprattutto più o meno salutari: i “superfood lattes”.

Chiamateli però, semplicemente, “superlattes”.

L’alba della nuova moda in realtà va cercata sul finire del 2015, quando un trend in forte ascesa decretò che fra i superfood del momento vi era indiscutibilmente il matcha, il tè verde giapponese dalle proprietà antiossidanti superiori a quelle di qualsiasi altro tè verde in circolazione.

Ha dato una spallata decisa (ma non definitiva) al Masala chai, il tè nero indiano aromatizzato con una miscela di spezie ed erbe, entrando con prepotenza nelle ricette dei lattes.

E li ha trasformati in superlattes assegnandogli un posto speciale fra i wellness trends del 2016.

Esempi? Che ve ne pare di un latte di mandorle o cocco con matcha più tahini, miele, cannella e semi di sesamo bianchi o neri?

A far compagnia al matcha nella hit parade dei superfoods che si fanno lattes ci si è messo poi il maca, altrimenti noto come “ginseng peruviano”: la radice della pianta tipica delle Ande – che in realtà non ha nulla a che vedere con il più noto “Panax ginseng” – si è fatta subito notare per le sue elevate proprietà energizzanti oltre che afrodisiache.

E ci volle davvero poco perché si arrivasse a “cocktail” di latte di mandorle o di cocco più maca, pasta di semi di vaniglia, cacao, miele, olio vergine di cocco e bacche di goji.

O ancora, di latte di cocco più maca, matcha, tahini, burro di cocco e sciroppo di riso integrale.

Non male… E a sentire i blogger che hanno letteralmente inflazionato il web con i reportage del caso, i lattes in questione non solo sono un toccasana per la salute ma sono anche e soprattutto buonissimi.

Replichiamo? Potremmo, se non fosse che molte ricette prevedono ingredienti non sempre reperibili a meno che non si viva in una metropoli come New York o Sidney o Londra, dove non mancano le possibilità di uno shopping “globale”.

Però, volendo, potremmo optare per un superlatte facilmente riproducibile come il matcha coconut latte di Love & Lemons, per citare uno dei tanti che dispensano ricette, o per quello che punta tutto sulla curcuma, che sta letteralmente facendo impazzire il web conquistandosi perfino un hashtag.

#goldenmilk è una miniera di informazioni e suggerimenti, ricette e variazioni sul tema.

Come quella che al mélange di latte di mandorle e curcuma abbina tranquillamente il caffè… E meno male, verrebbe da aggiungere!

La curcuma, spezia del 2016 e regina dei wellness trends come si evince da molti studi di settore ha dato il “la” alla moda dilagante del Golden Milk, altro superlatte altrimenti noto come “turmeric latte” o “haldi dhoodh” – per chi non rinuncia all’originaria dicitura indiana.

Sulla cresta dell’onda a tutte le latitudini (dall’Australia agli States, passando per Gran Bretagna e finanche Sud Africa), al latte vaccino o meglio ancora vegetale – mandorle, riso, cocco, soia… – la ricetta sposa olio di mandorle, miele e ovviamente curcuma.

Magari con un tocco extra di vaniglia e cardamomo macinato, o di cannella e noce moscata, o ancora di datteri e polvere di açaí, oppure ancora di zenzero e pepe nero come nella tradizionale ricetta ayurvedica nota in India come potente rimedio antiinfluenzale, soprattutto nella versione con estratto di radice fresca di curcuma.

Un extra di miele

A chi obietta che sarebbe come “bersi” un curry diluito prima delle 9 del mattino (!), soprattutto nella versione con latte di cocco, i blogger del trend suggeriscono di aggiungere un extra di miele o sciroppo di acero, oppure zucchero di cocco e spezie dolci e… à la santè!

Monica Rossi

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