di Alessandro Bandinelli*
Ai Magazzini Generali di Bolzano le riprese di “Caffè”, il nuovo film di Cristiano Bortone girato tra Italia, Belgio e Cina. È una conferenza stampa sui generis, quella che si è tenuta ai Magazzini Generali di Bolzano per presentare le riprese del film “Caffè” di Cristiano Bortone. È il regista stesso a guidare la stampa sul set, dove è stata ricreata una fabbrica di caffè.
Un film in tre episodi, girati tra Italia, Belgio e Cina e che, come spiega il regista, «prendono spunto da quelli che, secondo gli esperti, sono i tre gusti del caffè: l’amaro, l’aspro e il profumato».
Quella ambientata in Italia è la storia di Renzo, un ragazzo come tanti in difficoltà con la vita di tutti i giorni e un talento come sommelier di caffè che non riesce trasformare in un lavoro stabile.
Così – messo alle strette dalla vita, tra difficoltà economiche e un figlio in arrivo – decide assieme alla sua compagna di cercare la sua occasione a nord, in una importante industria di caffè, dove però riesce a ottenere solo un impiego come magazziniere.
Qui, tra gli altri compagni di sventura, Renzo incontra Enrico: un uomo arrabbiato e deluso dalla vita. Un «cattivo maestro» che, facendo leva sui sentimenti di rivalsa di Renzo, lo spingerà a commettere un’azione non proprio legale.
Il film, racconta Bortone che è anche produttore della pellicola, «rappresenta la prima coproduzione tra Italia e Cina dopo il recente accordo commerciale tra i due Paesi. Quello cinese è il primo mercato al mondo per numero di biglietti al box office, un’occasione che la nostra cinematografia non può non cogliere».
È una giornata tersa e luminosa, risplende il bel rosso mattone voluto dal presidente Rudi Christof, per la nuova facciata dei Magazzini Generali, la location principale del film.
Un edificio storico del nostro patrimonio architettonico di cui il regista si è innamorato e dove, nel corso della giornata, verrà girata una delle scene chiave: quella in cui i giovani lavoratori sottostipendiati guidati dall’«arrabbiato» Enrico (interpretato dal sempre carismatico Ennio Fantastichini), entrano nel caveau della fabbrica, rubando la costosissima riserva di Kopi Luwak, una pregiata varietà di caffè ricavato dalle feci del Musang, un animaletto che vive nelle foreste asiatiche e che si nutre dei chicchi crudi.
Trecentomila gli euro stanziati dalla Film Commission di Bolzano.
Secondo Christiana Wertz, la storia è uno degli elementi che ha convinto la Bls a stanziare soldi, oltre all’impegno della Orisa (la società di produzione di “Caffè”) a spendere sul territorio il 150 per cento. Dunque 450 mila euro, che verranno spesi attraverso il noleggio delle strutture, dei mezzi tecnici, e delle maestranze locali.
A proposito di maestranze, soddisfatto si è detto il direttore della fotografia, Vladan Randovic (David di Donatello per Anime Nere), alla seconda esperienza in Alto Adige dopo il pluripremiato «Vergine giurata».
Il maestro bosniaco ha personalmente voluto sul set alcuni dei ragazzi altoatesini avuti nella precedente esperienza, segno questo di una presenza di qualità tra gli addetti locali del settore.
Allo stesso tempo ha invitato la Film Commission ad investire ulteriormente sulla formazione, individuando nella conoscenza aggiornata delle tecniche del set la chiave per un ulteriore sviluppo della manodopera locale e di un industria a cui molti giovani aspirano.
Nel cast dell’episodio italiano il fresco e motivatissimo Dario Aita («Questo nostro amore 70»), che del suo personaggio dice: «Il sentimento del protagonista è quello di tanti ragazzi di oggi, delusi dalla vita e costretti a rinunciare al proprio talento, anche se alla fine Renzo troverà la propria strada perché la vita, nonostante tutto conserva sempre una speranza».