TRIESTE – Uno spettro si aggira per l’Europa dei 27: quello dell’Eudr, che la quasi certa proroga di un anno rinvia, ma non scaccia. Perché i nodi, prima o poi, verranno comunque al pettine. E gli adempimenti, anche con 12 mesi di tempo in più, sono comunque pesanti e onerosi. E il quadro normativo appare tuttora, in varie parti, indeterminato e fumoso, anche per le autorità di controllo.
Il Regolamento Europeo Anti-Deforestazione – l’ormai “famigerato” Eudr – è stato inevitabilmente il tema del convegno inaugurale di Triestespresso Expo, che si è svolto ieri, giovedì 24 ottobre, nella Sala Illy Hall del Generali Convention Center.
Dopo il saluto delle autorità e la lettura del messaggio inviato dal ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, si è entrati nel vivo delle trattazioni, con il lungo e dettagliato intervento del Vice Presidente della Federazione Europea del Caffè (Ecf), Massimiliano Fabian.
La normativa principale di riferimento è il regolamento del 31/5/2023, che riguarda varie materie prime aventi impatto sulla deforestazione.
Dal momento che il caffè non viene prodotto sul suolo dell’UE, noi europei dipendiamo completamente per le forniture dai paesi produttori e ciò ci impone di coordinarci in maniera stretta con questi ultimi.
Il regolamento riguarda tutto il caffè, ma per errore ne è rimasto escluso il caffè solubile
Quindi, il solubile prodotto in un paese terzo proveniente da aree deforestate potrà, anche quando la norma andrà a regime, essere venduto nell’UE. Mentre un solubilizzatore con sede in UE sarà soggetto al regolamento per il caffè verde che importa.
Una discrasia stridente, per ovviare alla quale non si è ancora adottato alcun emendamento.
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