MILANO – Se si ha il prediabete, una dieta corretta e l'esercizio fisico possono diminuire il rischio che si trasformi in diabete vero e proprio. Lo affermano i ricercatori dell'università australiana di Newcastle, che sulla base di diversi studi pubblicati hanno ricavato cinque indicazioni sui cibi da preferire o evitare per diminuire il rischio.
MILANO – Il caffè? Facilita il risveglio, ma mette potenzialmente a rischio la linea. Perché “accende” la voglia di zuccheri.
Questa la singolare conclusione alla...
MILANO – L’industria agroalimentare giura di non farne uso, ma le analisi di laboratorio dicono tutt’altro.
Caramelle, cioccolati e dolciumi in vendita in negozi e...
MILANO – Nestlé Health Science (Nhs) ed Enterome hanno costituito la joint venture Microbiome Diagnostics Partners (Mdp), per sviluppare strumenti diagnostici innovativi basati sul microbioma, e trasformare l'approccio, tra le altre, alle malattie infiammatorie croniche di intestino e fegato.
MILANO – Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo: se ne bevono circa 2,25 miliardi di tazze ogni giorno. Di solito i medici ne parlano per invitare le persone alla moderazione, in modo da limitare i rischi di un eccesso di caffeina che, in qualità di stimolante, è controindicata per chi soffre d’insonnia, stati ansiosi ...
MILANO – L’ISA (Associazione Internazionale Dolcificanti) reagisce alla conclusioni della nuova revisione sistematica di Azad et al. [1] che i dolcificanti a basso tasso calorico possano essere legati al rischio di ingrassamento e malattie cardiache sulla base di risultati derivanti da studi osservazionali.
MILANO – È buono, è dolce ed è pieno di virtù. Il cioccolato è una vera gioia per il palato, piace a grandi piccini e si presta agli usi svariati. Non è un caso che venga soprannominato “cibo degli dei”. E non è un caso che, al tempo degli Aztechi, la bevanda che si ricavava dalle fave di cacao fosse ritenuta sacra.
MILANO – La stevia potrebbe essere una cura contro la malattia di Lyme. A sostenerlo uno studio che è stato portato avanti negli Stati Uniti, nel quale si ricorda inoltre che in base agli ultimi dati disponibili questa patologia è considerata in crescita nel mondo occidentale.
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