MILANO – In questa analisi apparsa su Il Salvagente, a firma di Valentina Corvino, gli eterni pro e contro sul consumo di caffè trovano una sintesi nelle conclusioni di uno studio condotto dall’Università di Hiroshima.
Il verdetto? Tutto dipende dal bilanciamento delle due sostanze maggiormente contenute nella bevanda.
Studio sul caffè: quali i pro e quali i contro?
Il caffè è quindi un toccasana o quanto di più dannoso possa esistere al mondo per la salute dell’uomo?
Sulla bevanda, gli studi scientifici disponibili giungono a risultati diversi. Perennemente in bilico tra chi lo considera benefico per prevenire, ad esempio, il diabete. Oppure chi lo ritiene da eliminare dalla dieta per le ripercussioni sulla funzionalità cardiaca.
Un colpo alla botte e uno al cerchio
Ora, uno studio condotto dall’Università di Hiroshima, si cimenta in un’opera di mediazione. Dando così un colpo alla botte e uno al cerchio. In sostanza, dice che entrambe le conclusioni sono valide.
Benefici e svantaggi dipendono dal bilanciamento delle due sostanze maggiormente contenute nel caffè, i polifenoli e idrossidroquinone.
Lo scopo dello studio
Era di valutare gli effetti acuti del caffè con un alto contenuto di acidi clorogenici. Assieme ai diversi contenuti di idrossi-idrochinone sulla disfunzione endoteliale postprandiale.
L’obiettivo era quindi quello di dimostrare che bere caffè con un alto contenuto di acidi clorogenici e basso contenuto di idrossi- idrochinone ha un effetto benefico sulla disfunzione endoteliale postprandiale.
Per questo, gli scienziati hanno studiato le reazioni di due gruppi di pazienti affetti da ipertensione
Al primo gruppo è stato somministrato caffè con un alto contenuto di acidi clorogenici e basso contenuto di idrossi- idrochinone; all’altro un caffè con effetto placebo.
Il miglioramento della disfunzione endoteliale postprandiale è stato notato solo nel primo gruppo di pazienti.
Valentina Corvino