mercoledì 25 Dicembre 2024
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Sostenibilità: lo stress idrico delle piante, anche di quelle del caffè, si può prevenire con il telerilevamento

Vi spieghiamo come funziona

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MILANO – Un tema che interessa anche le coltivazioni del caffè che sono tutte in zone calde e non sempre ricche di acqua, è stato affrontato a Milano. Quando le terre sono sottoposte a condizioni di stress idrico e nutrizionale, a risentirne è la vegetazione, la crescita delle colture e la qualità dei prodotti.

A monte, ci sono comportamenti poco sostenibili, politiche di sfruttamento incontrollato, eccessivo consumo di acqua, risorsa rinnovabile, ma non inesauribile

Ora è possibile rilevare lo stato di salute della vegetazione con il telerilevamento iperspettrale a immagine. Ad occuparsene, la ricerca «Verso l’individuazione di indicatori precisi dello stress idrico e carenza di nutrienti in agricoltura: sviluppo di metodi innovativi di telerilevamento iperspettrale da aereo», selezionata da progetto Axìa, promosso nel 2009 con il contributo di Nestlè, in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.

Lo studio, coordinato da Roberto Colombo, ricercatore dell’Università Statale di Milano Bicocca, è stato presentato oggi all’Università Iulm di Milano in occasione della giornata di lavori «Dalla sostenibilità alla sostenibilità».

Lo studio dimostra come sia possibile tenere sotto controllo determinati indicatori che rivela no la presenza di stress idrico

A seguito di una serie di esperimenti è stato dimostrato che alcuni indicatori spettrali, cioè derivati da misure radiometriche a distanza, consentono di valutare il danno e di essere pertanto utili indicatori precoci dello stress idrico in agricoltura.

I risultati emersi dalla ricerca, forniscono strumenti importanti nell’ambito dell’agricoltura di precisione e per il monitoraggio dell’ambiente e del territorio e possono consentire di ottimizzare l’utilizzo di acqua per le irrigazioni e di azoto per le concimazioni rispetto a una gestione più ecosostenibile delle risorse.

«Lo studio delle proprietà ottiche della vegetazione – spiega Roberto Colombo, dell’Università Statale di Milano Bicocca – fornisce preziose informazioni relative a caratteristiche biochimiche e biofisiche, e alcuni indicatori precoci che consentono di valutare e mappare il danno e lo stress idrico in agricoltura in fase pre-sintomatica. Ciò permette di intervenire tempestivamente con strategie e azioni che ne minimizzino gli effetti dannosi».

La sperimentazione è stata condotta nell’azienda Vittorio Tadini a Gariga di Podenzano in provincia di Piacenza, su terreno suddiviso in blocchi e in colture di sorgo e mais, sottoposti a trattamenti di irrigazione differenti: non irrigato, irrigato con deficit idrico, irrigato a piena capacità.

«I sorvoli aerei con sensori iperspettrali e i dati misurati a terra hanno permesso di valutare la variabilità e gli effetti dello stress idrico e nutrizionale imposto sulle culture – aggiunge Colombo – e individuati da telerilevamento mediante la generazione di mappe di stress utili per una migliore gestione ecosostenibile delle risorse idriche e azotate».

I risultati del monitoraggio sono stati validati da mappe sugli stati di criticità, dunque sulla carenza di acqua e nutrienti monitorate durante lo sviluppo delle culture

La metodica di rilevazione e monitoraggio, che ha tutte le caratteristiche per essere esportata e applicata anche ad aree diverse da quelle ceraealicole e/o agricole, consente di ottenere mappe di prescrizione di acqua e azoto per il territorio, fondamentali in un contesto di agricoltura di precisione ed ecosostenibile.

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