MILANO – Aumenta il numero degli stranieri a guida di un’impresa attiva nel settore degli alberghi, dei bar e della ristorazione. Particolarmente operosi sono i cittadini cinesi. Che ormai detengono il 33% di tutte le imprese amministrate da immigrati.
Stranieri: in mano a loro le attività italiane
Lo afferma uno studio dell’Anmil (associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro) elaborato su dati Inail del 2011. Secondo la ricerca sono circa 270 mila gli stranieri impiegati nel settore; quindi un terzo del totale, e più della metà (il 60%) sono donne.
In Lombardia circa un quarto degli alberghi o dei bar è gestito da persone giunte dall’estero
Mentre nel Lazio il 12% e nel Veneto l’8%.
Affermano gli esperti che il fenomeno «è legato al fatto che, dati i costi economici e l’impegno di lavoro prolungato nella gestione di un esercizio pubblico, la maggiore disponibilità da parte di particolari comunità straniere ad avviare un’attività a diretta gestione familiare consente un importante risparmio di costi».
Stranieri immuni alla crisi
Nonostante la crisi in Italia il settore muove un giro d’affari pari al 10% del Pil e dà lavoro a oltre 2 milioni di persone: 800mila direttamente, le altre nell’indotto. Le imprese distribuite sul territorio nazionale sono circa 300.000, il 50% al Nord, il 22% al Centro, il restante 28% al Sud e nelle Isole.