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giovedì 21 Novembre 2024
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LA STORIA DI COVA – Una delle caffetterie più note d’Italia entrata anche nei libri di Hemingway e Montanelli

Lo storico locale milanese che fa gola a molti colossi da Prada a Lvmh: scopriamolo assieme

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MILANO – Cova. Caffè-istituzione. Cuore di vita milanese da due secoli. Fa inoltre parte dell’associazione Locali storici d’Italia. Nato a lato del Teatro La Scala, fu sede dei nobili Club dell’Unione e del Jockey Club; circolo di patrioti, nel 1848 fu tra i promotori dei moti delle Cinque Giornate contro l’Austria; splendido, era anche sala da ballo, centro di tutte le riunioni e trattenimenti serali.

Cova: un po’ di storia

Nel 1868, battè addirittura moneta. Lo hanno frequentato Speri, Cairoli, Mazzini, Garibaldi; Boito, Verga, Sabatino Lopez, Bacchelli.

Esclusivo e raffinato, continua la sua tradizione di salotto meneghino sull’elegante via Montenapoleone. Ma il nome era già stato reso immortale da Ernest Hemingway che la cita in Addio alle Armi.

Il Caffè Cova è però citato anche in altri libri: “I Quarantanove Racconti – In un altro paese”, di Ernest Hemingway; “Quante Donne” di Enzo Biagi; “Le Cinque Giornate di Radetzky”, di Giorgio Ferrari; “Rosso Corallo” di Sveva Casati Modignani; “Storia della capitale morale da Bava Beccarsi alle Leghe” di Indro Montanelli e Mario Cervi e “Il piccolo albo dedicato ad Elisa” di Salvatore Di Giacomo

IL DETTAGLIO – Durante le Cinque Giornate di Milano, Antonio Cova fu nominato capo della barricata contro gli austriaci eretta davanti al suo Caffè Cova, che era all’angolo di piazza della Scala; una palla di fucile fischiò nel locale e rimase per anni in una specchiera.

LA SCHEDA SINTETICA
Indirizzo: Via Montenapoleone 8, 20121 Milano (MI)
Telefono+39 02 76000578 – 76005599Fax+39 02 76013698
Website: www.pasticceriacova.it

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