NAPOLI — Il Cornetto è la vera icona del gelato italiano ed ha un cuore partenopeo. La sua nascita infatti, si deve all’intuizione di un gelatiere napoletano, che rese possibile l’utilizzo del cono gelato anche nei prodotti industriali. Così come spiega questo interessante articolo publicato da Gaetano Capaldo su Diario Partenopeo.
Cornetto: oltre il marchio
«Un cuore di panna». Lo slogan del Cornetto, storico gelato dell’Algida, fa parte dell’immaginario collettivo. Gli spot televisivi e le massiccie campagne pubblicitarie hanno controbuito a dare al cono a gusto panna una dimensione iconica.
Simbolo della spensieratezza, degli amori nati in spiaggia, il gelato più famoso d’Italia è un compagno irrinunciabile dell’estate. Se trovare qualcuno che non lo conosca è pressoché impossibile, la sua storia è poco nota.
Basterebbe un rapido sondaggio tra i consumatori per scoprire che la maggioranza è convinta che il Cornetto sia nato grazie ad un brevetto dell’Algida. Niente di più sbagliato. È nato a Napoli grazie all’intuzione della gelateria Spica di via Emanuele Gianturco.
Il limite del cono “tradizionale”
Il cono è nato a New York alla fine dell’Ottocento. Fu un italiano, tale Italo Marchioni, a brevettarlo dopo avere iniziato ad usarlo per contenere i gelati già dal 1896.
La sua idea nacque per risolvere una problematica di carattere pratico. Spesso i bicchieri che usava per servire i gelati si rompevano o non venivano restituiti.
Il successo immediato
Già nel 1912 i coni iniziarono ad essere prodotti su scala industriale in Oregon grazie a Frederick Bruckmann, che inventò una macchina capace di arrotolarli meccanicamente.
Negli anni successivi il cono gelato si diffuse in tutto il mondo, sostituendo gradualmente i bicchieri e le coppe. Restava però un problema.
Il cono non poteva essere impiegato nella produzione di gelati su scala industriale. La crema finiva per impregnarlo, fino a renderlo fradicio.
La risoluzione del problema
Le ricerche per creare un cono che riuscisse a contenere un gelato congelato durarono anni ma si rivelarono infruttuose. Fino al 1959, quando l’invenzione di Spica risolse il problema.
Il gelataio ebbe il colpo di genio di ricoprire l’interno del cono con uno strato di cioccolato, in modo che la cialda si mantenesse croccante anche una volta riempita di gelato.
Lo strato isolante
Formato da un’amalgama di olio, zucchero e cioccolato faceva sì che il gelato non entrasse in contatto con la parte in wafer, lasciandola asciutta e croccante.
Spica associò il suo cono ad un gelato alla crema di latte , sulla quale fu apposta copertura al cacao magro con granella di mandorle e nocciole. La commercializzazione del Cornetto iniziò nel 1961 e restò una sua esclusiva per 15 anni.
L’esplosione del Cornetto
Nel 1976 la Spica fu acquisita da Unilever. Il colosso anglo-olandese aveva già rilevato l’Algida due anni prima. Il Cornetto fu lanciato su scala mondiale, ottenendo risultati immediati in termini commerciali.
Bastarono pochi anni al nuovo arrivato per soppiantare il Cremino, il gelato più famoso di casa Algida. Già negli anni Ottanta il Cornetto era il prodotto simbolo dell’estate.
Un successo replicato anche all’estero
Anche nei paesi angolosassoni furono raggiunti volumi di vendita senza precedenti. Negli anni l’Algida ha commercializzato diciotto varianti del Cornetto.
Nove sono ancora in produzione. Ma il Cornetto più conosciuto (e amato) dagli italiani resta il «cuore di panna». Una piccola magia di wafer, cioccolato e crema al latte nata a Napoli, in una gelateria della periferia Orientale.