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venerdì 22 Novembre 2024
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LA STORIA — Il caffè con il gabbiano

Perché Mövenpick, la catena svizzera di ristorazione rapida, si chiama così? E che cosa c’entra il caffè? La storia di successo inizia da una passeggiata domenicale

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Il primo ristorante Mövenpick apre i battenti al Claridenhof di Zurigo il 19 luglio 1948. Il team è composto all’epoca da 19 collaboratori. L’idea di fondo è interessante. Una sorta di «bar ristorante di alta gamma», sviluppato per le persone di città con poco tempo a disposizione. Per mangiare qualcosa di buono in un’atmosfera gradevole, senza tempi d’attesa. Un concept gastronomico inedito, ideato da Ueli Prager, figlio di un albergatore svizzero.

Il nome Mövenpick (Möwenpick significa alla lettera «beccata di un gabbiano») venne in mente a Prager una domenica, mentre osservava i passanti che davano da mangiare ai gabbiani sul Quaibrücke di Zurigo. I gabbiani arrivavano veloci e prendevano il becchime al volo: questa immagine ispiratrice suggerì a Prager il nome adatto per il suo nuovo locale.

Bere semplicemente un caffè
Con il suo concept, Prager ha colto lo ­spirito dei tempi e ha creato così ­un’azienda modello, i cui prodotti sarebbero diventati famosi in tutto il mondo. All’attualissimo bar ristorante si po­teva prendere rapidamente anche solo un caffè – e questa è stata la carta ­vin­cente! Presto gli ospiti vollero portare il profumo di questo caffè anche a casa.

Chicchi di prima qualità
Incoraggiato dalla grande richiesta, Ueli Prager lanciò quindi il primo caffè: si chiamava «Der Himmlische / Il divino», nel barattolo da 250 grammi, e recava il motto «Creato dai ristoratori Mövenpick». Il caffè divenne il primo prodotto con il marchio Mövenpick in vendita dal 1963. La sua qualità è e resta elevata sin dall’inizio. «Solo chicchi di ottima qualità creano un prodotto di ottima qualità», spiega Jürg Wittwer, esperto del caffè da Mövenpick.

Lancio del caffè bio Fairtrade
Per questo, Mövenpick usa fino a oggi fra i componenti del suo caffè anche «India Malabar», una varietà che viene raccolta solo una volta all’anno, prima della stagione dei monsoni. Dopo il raccolto, il caffè viene esposto alle piogge monsoniche per cinque giorni e poi fatto asciugare dai venti monsonici. Il risultato è un aroma delicato e armonico.

E poi, il caffè viene lavorato con cura, come spiega Jürg Wittwer: «La tostatura lunga e uniforme dei chicchi fino al nucleo è molto importante; solo così il caffè imprigiona gli aromi naturali tostati, come la nota del caramello o del cioccolato».

Mövenpick riserva molta importanza anche ai rapporti personali con i partner delle piantagioni, come in Brasile e in Colombia. Per ogni produzione, viene spedito in Svizzera un campione preliminare prima dell’imbarco: questo garantisce una qualità costante! Inoltre, Mövenpick ha introdotto nel 2011 il caffè Bio/Fairtrade nel settore della ristorazione. In Svizzera, i ristoranti Marché utilizzano per tutti i caffè la miscela Mövenpick Bio/Fairtrade.

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