domenica 22 Dicembre 2024
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Stoppani confermato presidente dei bar di Milano: “Aumentare le quote di immigrazione per avere personale”

“Sul breve periodo – prosegue Stoppani – occorreranno interventi di decontribuzione dei salari, almeno sino alla fine della crisi pandemica, e sarebbe opportuno aumentare le quote di immigrazione da Paesi terzi per tutte quelle mansioni – lavapiatti, fattorini, magazzinieri – comunque indispensabili a far funzionare le imprese”

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MILANO – Produttività, attrattività: su questi temi si gioca la piena ripresa dei pubblici esercizi. Lo sottolinea Lino Stoppani rieletto dal Consiglio direttivo presidente di Epam
(Confcommercio Milano). Vicepresidente vicario dell’Associazione è Fabio Acampora.
“Il problema della produttività – afferma Stoppani – scoraggia gli investimenti, impedisce migliori retribuzioni. Quello dell’attrattività proietta un’immagine distorta del settore, non reputato sufficientemente rassicurante per investire nelle sue professioni, creando grandi incognite anche per il mantenimento e rafforzamento del capitale umano attualmente impiegato. Se a ciò si aggiungono l’incertezza delle prospettive post-Covid e le distorsioni create da generose politiche di sussidio, ecco spiegate le crescenti difficoltà di reperire risorse umane adeguate per i pubblici esercizi”.

Stoppani propone alcuni punti per la ripresa

“Sul breve periodo – prosegue Stoppani – occorreranno interventi di decontribuzione
dei salari, almeno sino alla fine della crisi pandemica, e sarebbe opportuno aumentare
le quote di immigrazione da Paesi terzi per tutte quelle mansioni – lavapiatti, fattorini,
magazzinieri – comunque indispensabili a far funzionare le imprese”.

Il presidente chiede che si continui nel 2022 con le facilitazioni delle pratiche di occupazione del suolo pubblico a Milano per i pubblici esercizi (interessate, quest’anno, circa 3.500 imprese):

“Lo sviluppo dei plateatici – afferma – è un’eredità positiva della stagione pandemica non solo per i benefici agli operatori e per la maggiore sicurezza sanitaria che garantiscono, ma perché hanno consentito di rivitalizzare e accendere molte zone di Milano favorendo decoro, animazione, aggregazioni”.

“Le difficoltà dei pubblici esercizi sono state fortissime per la pandemia: la scelta urbana di maggior socialità va difesa e meglio regolamentata. Non mancano, ovviamente – rileva Stoppani – problemi di convivenza fra residenti e gestori, da risolvere auspicabilmente sempre con il dialogo ed interventi mirati”.

“Queste criticità – prosegue Stoppani – sono aggravate dagli episodi di ‘mala movida’ sui quali Epam è molto attenta. Gli effetti della ‘mala movida’ danneggiano anche gli operatori commerciali e costituiscono una ferita aperta. Occorre un costante presidio del territorio da parte delle Forze dell’ordine finalizzato anche a contrastare l’abusivismo incontrollato nella vendita di alcolici, che favorisce gli eccessi”.

Stoppani conferma l’impegno di Epam nel Patto sulla movida firmato con il Prefetto e il Sindaco

“un’intesa che coinvolge tutti gli Attori Sociali e definisce azioni per contrastare gli eccessi ed avere vie e piazze più sicure individuando anche iniziative pratiche di sensibilizzazione mirate ad avvicinare i giovani per una modalità di divertimento più consapevole e responsabile”. E auspica che il Comune riprenda il Regolamento, approvato dalla precedente Giunta, ma non ratificato dal Consiglio Comunale, con la programmazione di aperture dei locali in alcune zone della città: “non sono state d’aiuto – conclude Stoppani – le spinte di liberalizzazione che hanno portato, prima del Covid, a un eccesso di offerta di pubblici esercizi sul territorio. Con danni alla città: perché questo sviluppo è stato gestito senza una preventiva valutazione di impatto ambientale e sostenibilità sociale”.

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