MILANO – Le nuove statistiche Ico, diffuse nella giornata di ieri, rilevano a febbraio un export in linea con quello dell’anno scorso. Le esportazioni di caffè sono state infatti pari a 9,93 milioni di sacchi, in lieve crescita (+0,4%) rispetto afebbraio 2017.
Diversa, in compenso, la distribuzione delle quantità tra le diverse tipologie.
I volumi di arabica sono di 6,355 milioni di sacchi, pari a un incremento sull’anno dell’1,4%. Positivo l’andamento dei brasiliani naturali (+6%); sempre negativo quello dei colombiani dolci (-5,2%); pressoché invariati i volumi degli altri dolci. In flessione infine le esportazioni di robusta (-1,2%)
In declino gli imbarchi dei tre principali produttori mondiali. Il Brasile è in ulteriore calo dell’8,8%; dopo i riscontri positivi dei mesi trascorsi segna il passo anche il Vietnam (-5,4%); negativo, ancora una volta, il bilancio della Colombia (-7,1%).
In crescita invece l’Indonesia (+63,6%), l’Honduras (+15,7%), l’India (+21,1%), il Messico e il Perù.
Export in crescita del 3,2% nei primi 7 mesi
I volumi per i primi 6 mesi dell’annata caffearia 2017/18 registrano un incremento del 3,2%, a 50,982 milioni di sacchi.
Per gli arabica, la crescita è del 2,1%, a 32,467 milioni di sacchi. L’export di altri dolci sfiora i 10 milioni di sacchi (+7,6%); quello di brasiliani naturali raggiunge i 16,3 milioni (+4%); quasi in doppia cifra (-9,9%) il calo dei colombiani dolci.
Le esportazioni di robusta crescono del 5,2% e superano di poco i 18 milioni e mezzo di sacchi.
I volumi del Brasile scendono a 13,868 milioni di sacchi, in flessione dell’8,3% rispetto al pari periodo 2016/17.
Rimane positivo l’andamento del Vietnam, che ha esportato 11,155 milioni di sacchi, con un incremento sull’annata precedente dell’11,3%.
Calo a doppia cifra per la Colombia (-10,6%), che scende a 5,659 milioni. Riscontri molto positivi invece da Indonesia (+36%), India (+14%), Honduras (+13,5%), Messico (+24,9%). Cresce marginalmente anche il Perù (+1,9%).
In Africa vola l’export dell’Etiopia (+36,8%) e si incrementano notevolmente anche i volumi dell’Uganda (+8,7%).